operatori telefonici
I disservizi compromettono anche le operazioni più semplici.

Ecco come un semplice cambio di operatore può trasformarsi in un’operazione lunga e complicata: la portabilità di un numero nel nostro Paese è davvero così complessa? E come mai gli operatori italiani stimano due giorni lavorativi per il completamente del passaggio quando poi, nella realtà dei fatti, le cose non stanno così? Oggi vi raccontiamo la nostra esperienza.

Da qualche tempo Vodafone Italia ha iniziato a pubblicizzare una nuova ed interessante offerta, spesso proposta sotto forma di WinBack per alcuni clienti con operatore H3G (3 Italia, ndr) oppure Wind. La promozione in questione prevede, al costo di 7 euro ogni 4 settimane, 1000 minuti verso tutti i numeri fissi nazionali e verso tutti i numeri mobili nazionali e 3 GigaByte di traffico Internet alla velocità del 4G di Vodafone. Insomma, niente male se consideriamo poi che la multinazionale con sede nel Regno Unito è stata eletta come l’operatore con la migliore rete 4G d’Italia. Per cui, ingolosito da questa offerta, obiettivamente molto interessante e non troppo costosa, ho deciso di fare il passaggio del mio numero Tre recandomi in un centro Vodafone della mia città.

Come saprà bene chi ha una certa confidenza con queste operazioni, in negozio non c’è molto da fare se apporre qualche firma per il trattamento dei dati personali, per la portabilità del numero, il trasferimento del credito residuo e l’attivazione del servizio. Una volta completato tutto ciò, mi è stato chiesto di scegliere tra due possibilità di ricarica affinché l’offerta venisse correttamente attivata: ricaricare la mia SIM con 30 euro, di cui venti di credito effettivo e dieci di attivazione oppure 50 euro, senza alcun costo di attivazione. Una volta scelto e pagato per la seconda opzione, sono uscito dal negozio sapendo che la SIM sarebbe stata disattivata di lì a qualche giorno. Tutto questo è avvenuto lo scorso 7 novembre 2016 mentre, sul contratto firmato e recapitatomi via mail, si parlava del 10/11/2016 come “Data desiderata portabilità”.

Ma così non è stato: infatti, a quasi due settimane di distanza dalla firma del contratto, il numero in questione appartiene ancora a 3 Italia e, nonostante sia tornato nel centro lo scorso martedì 15 novembre e mi sia stato fatto firmare qualche altro foglio (a quanto pare finito chissà dove, ndr), ad oggi la situazione non si è più evoluta. Capisco qualunque tipo di imprevisto, la burocrazia opprimente e le tempistiche fin troppo lente del nostro Paese, ma davvero due settimane non bastano per completare un’operazione così semplice e comune come la portabilità di un numero? A quanto pare no.

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