Meta AI, rischi enormi per gli utenti a loro insaputa

Meta AI ha lanciato un'app che solleva dubbi sulla sicurezza. Esplora i rischi associati all'uso della funzione Discover.

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Dal lancio di META AI, l’azienda ha lanciato una serie di servizi, come l’app autonoma disponibile da aprile di quest’anno. L’app unisce chatbot avanzati e una sorta di feed, la tab “Discover”, per condividere conversazioni e media generate dagli utenti. Una tab al centro delle polemiche poiché ritenuta poco sicura.

L’applicazione proposta da Meta AI è stata ricoperta di critiche e ha sollevato una serie di preoccupazioni soprattutto sulla privacy degli utenti. L’app non comunica chiaramente quando la conversazione diventa pubblica, nonostante la condivisione sia opzionale. Molti pensano di chattare in privato e invece tutto finisce nel feed di Discover. La sicurezza degli utenti in questo modo è altamente a rischio. Alcune chat contengono persino dati sensibili, come posizioni, dati sanitari o legali, numeri telefonici, risposte personali a disturbi medici e così via.

App META AI, privacy degli utenti a rischio su Discover senza che lo sappiano

La piattaforma registra tutto – testo, audio, immagini – e archivia i dati nel file “Memory” personalizzato. Non esiste un modo effettivo per evitarlo del tutto. Per cancellare i dati gli utenti devono navigare a lungo tra le impostazioni. I contenuti sono utilizzati per addestrare l’AI stessa. Meta ha già fronteggiato alcune critiche sull’uso dei dati per l’addestramento AI, accusata dall’Europa di utilizzare strategie mirate per convincere gli utenti a non opporsi. In risposta, l’azienda ha fatto marcia indietro in Europa, offrendo opzioni di opt-out e notifiche per chi lo desidera. Tuttavia, il nodo resta l’efficacia reale del consenso, considerata la confusione generata dalle impostazioni e le dinamiche di condivisione poco trasparenti.

ChatGPT, ad esempio, consente una modalità “temporanea” (no memorie), e disattiva l’uso delle chat per addestramento se l’utente lo richiede. Gemini di Google, almeno per ora, non impiega le conversazioni per altri scopi se non dichiarato opportunamente. Meta, al contrario, incentiva l’interazione per poi monetizzare i dati raccolti.

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