Mentre tutto il mondo parla (giustamente) di transizione energetica, energie pulite e futuro sostenibile, c’è un Paese che sembra voler vincere la gara a colpi di… giganti. Parliamo della Cina, che sta letteralmente alzando l’asticella – o meglio, le turbine – a livelli mai visti prima.
Turbine da record e tifoni
L’ultima novità arriva dalla Dongfang Electric Corporation, che ha appena iniziato i test su una turbina eolica offshore da 26 megawatt. Sì, hai letto bene: 26 MW. Si tratta della turbina più potente mai costruita al mondo. Per farti un’idea: è alta come un grattacielo di 63 piani, con pale lunghe 150 metri che ruotano su un rotore gigantesco da 310 metri di diametro. Tradotto: un’area di rotazione grande quanto dieci campi da calcio. Non è fantascienza, è ingegneria cinese.
Questa turbina può produrre fino a 72 gigawattora di energia all’anno, abbastanza per alimentare decine di migliaia di abitazioni. E non è solo una questione di potenza: è anche progettata per resistere a condizioni meteorologiche estreme, come i tifoni che colpiscono le coste della Cina.
Ma Dongfang non è l’unica a puntare in alto (letteralmente). Anche MingYang Smart Energy, un altro gigante cinese, ha già avviato i test su una turbina da 20 MW. Un prototipo ha addirittura affrontato un tifone… anche se, va detto, una delle pale si è rotta. Un promemoria utile: più grandi sono le macchine, più grandi devono essere anche i test.
E l’Occidente? Beh, qui la strategia è un po’ più prudente. Siemens, ad esempio, sta lavorando a un prototipo da 21,5 MW, ma invita alla calma: aumentare le dimensioni non è sempre sinonimo di efficienza. L’attenzione, secondo loro, andrebbe messa anche sull’ottimizzazione dei materiali e dei processi produttivi.
Negli Stati Uniti, intanto, il Dipartimento dell’Energia ha potenziato il centro test per pale eoliche del Massachusetts: ora si possono testare pale lunghe fino a 120 metri. Segno che qualcosa si muove, anche se i ritmi sono diversi rispetto al fronte asiatico.
Alla fine, il punto è questo: turbine più grandi significano meno installazioni per la stessa quantità di energia. Ma è davvero la strada migliore? Forse sì, forse no. Intanto, la Cina continua a provarci. E, almeno per ora, è un passo avanti a tutti.