A volte sembra che la transizione energetica sia una storia di promesse a lungo termine, ma con scadenze sempre troppo lontane. Eppure, dietro le dichiarazioni ufficiali, qualcosa si muove. L’Unione Europea ha deciso di chiudere i conti con la dipendenza energetica dalla Russia, e non si parla solo di gas: in ballo ci sono anche petrolio e nucleare. Non è una novità, certo. Il piano REPowerEU è sul tavolo dal 2022, ma oggi il messaggio è chiaro: basta mezze misure.
La guerra energetica è iniziata, e l’Europa gioca d’anticipo
Il motivo? Sempre lo stesso, ma ogni giorno più urgente. La guerra in Ucraina ha fatto crollare l’illusione che l’energia russa fosse solo un affare economico. Dietro il gas ci sono leve di potere, ricatti e instabilità. Ursula von der Leyen non le manda a dire: “L’energia che arriva in Europa non dovrebbe finanziare una guerra di aggressione.” Difficile darle torto.
Nel concreto, cosa succede? I Paesi UE dovranno mettere nero su bianco come intendono liberarsi del gas, del petrolio e del nucleare made in Russia. Sì, anche l’uranio arricchito. Non sarà una passeggiata, ma le linee guida sono già chiare: niente più nuovi contratti di fornitura, taglio graduale di quelli esistenti e addio definitivo entro il 2027. Ambizioso? Molto. Possibile? Forse, se si lavora insieme davvero.
Nel frattempo, si lavora su più fronti: più GNL, cioè gas naturale liquefatto (da altri Paesi), uso più intelligente delle infrastrutture esistenti, e addirittura attenzione alla “flotta ombra” russa, quelle navi che trasportano petrolio fuori dai radar. Per il nucleare, si pensa a rafforzare la produzione interna di materiali medici e a mettere paletti a chi vuole ancora firmare contratti con Mosca.
Insomma, l’Europa si prepara a voltare pagina. Per farlo, serve però più coordinamento tra i Paesi membri e meno nostalgia per le vecchie certezze energetiche. Non è solo una questione di sicurezza, ma anche di credibilità. E sì, anche di futuro industriale. Perché la transizione, se ben giocata, può essere un vantaggio competitivo. Ma bisogna volerla davvero.