No, non è la trama di un film di fantascienza (anche se ci assomiglia parecchio). Secondo Melvin Vopson, fisico dell’Università di Portsmouth, la forza di gravità – quella che ci tiene con i piedi per terra, che fa girare i pianeti e che, in fondo, tiene insieme l’intero universo – potrebbe essere in realtà un effetto collaterale… di una simulazione.
E se la gravità fosse solo un bug di sistema?
Hai presente quando il computer inizia a rallentare perché ha troppe finestre aperte, e tu, per evitare che esploda, chiudi tutto e comprimi i file? Ecco, Vopson ipotizza che l’universo faccia più o meno la stessa cosa. Per lui, l’universo funziona come un gigantesco computer che cerca di gestire l’informazione nel modo più efficiente possibile. E la gravità? Sarebbe un modo per tenere tutto ordinato, per “zippare” la materia, evitare dispersioni e semplificare i calcoli.
Secondo il suo studio, pubblicato di recente, la gravità non sarebbe una forza in sé, ma un effetto emergente: un po’ come le onde che si formano quando butti un sasso in uno stagno. Non sono “cose” reali, ma conseguenze del movimento dell’acqua. Allo stesso modo, la gravità potrebbe essere il risultato di come l’universo gestisce le sue risorse computazionali.
Vopson ci lavora da anni su queste idee. Già nel 2022 aveva proposto, insieme al matematico Serban Lepadatu, una “seconda legge dell’infodinamica“, una specie di versione informatica della termodinamica, dove l’informazione si comporta come una forma di energia. E la sua tesi si spinge ancora oltre: ogni particella dell’universo sarebbe come un bit, il più piccolo pezzo di informazione digitale. Ogni pixel di spazio-tempo conterrebbe o non conterrebbe materia, proprio come un bit può essere 1 o 0.
Il risultato? Quando più particelle finiscono nello stesso pixel, è più “economico” dal punto di vista del calcolo trattarle come un unico oggetto. Ed è lì che entra in gioco la gravità: come forza di compressione, come tentativo dell’universo di “ottimizzare” lo spazio, ridurre il caos, risparmiare memoria.
Certo, nessuno sta dicendo che viviamo davvero dentro un gigantesco videogioco. Ma queste teorie ci costringono a guardare la realtà con occhi nuovi. Dopotutto, la gravità è ancora uno dei grandi misteri della fisica: la usiamo, la misuriamo, la calcoliamo… ma non sappiamo esattamente cosa sia. E forse, cercare risposte fuori dagli schemi – anche tra i circuiti di un ipotetico supercomputer cosmico – potrebbe portarci più lontano di quanto immaginiamo.