domenica, Marzo 16, 2025

Fusione nucleare, la svolta: plasma stabile ottenuto senza campi magnetici

La stabilità del plasma incandescente può essere ottenuta anche in un altro modo, così da semplificare la fusione nucleare.

di Felice Galluccio
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Fusione nucleare, la svolta: plasma stabile ottenuto senza campi magnetici

Chi attende novità dal campo della fusione nucleare potrebbe essere contento di sapere che c’è stata una sorta di svolta. Stando a quanto riportato infatti è stata raggiunta la stabilità del plasma senza l’utilizzo di campi magnetici provenienti dall’esterno. Proprio questa novità potrebbe rendere molto più semplice e soprattutto più efficiente la produzione di energia da fusione. A riuscire in questo progetto è stata una start-up americana di nome Zap Energy.

Un plasma stabile senza magneti: la svolta di Zap Energy

Frequentemente la fusione nucleare viene associata agli ITER, impianti enormi che usano dei potentissimi magneti in modo da gestire e contenere il plasma incandescente. Zap Energy ha adottato invece un approccio diverso con il suo dispositivo FuZE (Fusion Z-pinch Experiment). Sono stati 433 gli esperimenti condotti in maniera uguale, in modo da riuscire a misurare l’emissione dei neutroni in maniera isotropica. Questo significa che è stata misurata in maniera identica in ogni direzione, aspetto che ha denotato dunque la riuscita dell’esperimento: il plasma è arrivato a raggiungere un equilibrio termodinamico, ovvero quella condizione fondamentale che riesce a dare stabilità alla fusione rendendola replicabile.

Secondo Uri Shumlak, co-fondatore e Chief Scientist di Zap Energy, il risultato dimostra che è possibile raddoppiare le dimensioni del plasma senza perdere stabilità. Un traguardo che porta questa tecnologia un passo più vicino a diventare una fonte di energia praticabile.

Il ritorno del processo Z-pinch, ma con una marcia in più

L’approccio di Zap Energy si basa su una tecnologia nota come Z-pinch, un concetto di fusione studiato sin dagli anni ’50. Tuttavia, i primi esperimenti, come il progetto ZETA britannico, fallirono a causa di instabilità magnetiche. La differenza oggi è nell’uso di flussi di taglio stabilizzati, che ritardano queste instabilità e permettono di eliminare la necessità di campi magnetici esterni.

A differenza della fusione beam-target, che produce neutroni con energie non uniformi e risulta inefficiente, il metodo di Zap Energy genera neutroni isotropici, rendendo il processo scalabile per una produzione netta di energia. Già nel 2018 l’azienda aveva dimostrato la fusione termica, ma ora le misurazioni sono molto più precise e condotte con energie più elevate.

Verso un futuro a fusione nucleare

Gli esperimenti stanno proseguendo con il dispositivo FuZE-Q, dove si analizzano neutroni a energie più alte. Il team sta studiando anche alcune variazioni nell’isotropia dei neutroni, osservate verso la fine di ogni esperimento, che potrebbero fornire dati preziosi per migliorare ulteriormente il sistema.

Parallelamente, il settore della fusione nucleare sta vivendo una fase di grande fermento. Oltre ai progressi di Zap Energy, il progetto ITER continua il suo sviluppo con la partecipazione dell’Italia, mentre negli Stati Uniti, in Virginia, è in costruzione il primo impianto a fusione da 400 megawatt, che promette di alimentare circa 150.000 abitazionientro il 2030.

Se queste tecnologie riusciranno a mantenere le loro promesse, il sogno di un’energia pulita, sicura e illimitatapotrebbe diventare realtà molto prima di quanto previsto.

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