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Stampanti, l’utilizzo di cartucce compatibili potrebbe portare dei virus?

Avere una stampante in casa è estremamente comodo soprattutto se si svolge un lavoro d’ufficio o se si hanno dei figli piccoli che frequentano la scuola.

Il problema nasce nel momento in cui il colore finisce e bisogna acquistare e poi montare delle cartucce nuove.

Molti preferiscono acquistare delle cartucce compatibili, cioè che non siano della stessa marca della stampante in uso.

I motivi sono principalmente economici. Le cartucce compatibili hanno un costo decisamente più contenuto delle originali, ma hanno anche una vasta disponibilità e ciascuno può tranquillamente scegliere di optare per una scelta più ecologica.

Allo stesso tempo, però, le cartucce compatibili potrebbero avere una qualità inferiore che porterebbe a delle prestazioni ridotte della stampante oppure in casi più estremi l’utilizzo e il montaggio scorretto di questi elementi potrebbe addirittura danneggiare la macchina.

Secondo una fonte ci sarebbe un ulteriore rischio legato all’utilizzo di cartucce compatibili: quello di contrarre dei virus. Ma sarà davvero così?

Le cartucce compatibili portano dei virus: realtà o bufala?

La principale differenza strutturale tra una cartuccia originale e una compatibile sta nel chip che fa da ponte con la stampante. In quelle non originali manca la parte del chip che aiuterebbe nel riconoscimento.

Da questo punto sono partite delle teorie secondo cui utilizzare delle cartucce non originali porterebbe a contrarre dei virus.

La fonte di questa teoria è Enrique Lores, CEO di HP, uno dei principali produttori di computer e stampanti al mondo.

HP è proprio una delle principali società a capo della guerra contro questo tipo di cartucce che toglierebbero all’azienda una grossa fetta di guadagni legati alle vendite di accessori delle stampanti. Da questo consegue una lecita perplessità sulle accuse.

Di fatto non esiste nessuna notizia concreta su delle cartucce non originali che abbiano causato la contrazione di un virus, anche se questo potrebbe esistere come possibilità.

 

 

 

 

 

 

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Pubblicato da
Federica Iazzi