Dopo gli annunci di Google, Microsoft, Amazon e molti altri, si aggiunge alla lista delle big tech che hanno apportato enormi licenziamenti, anche Zoom.

Per chi non la conoscesse, è la società che ha sviluppato l’omonimo software di videoconferenze, esploso soprattutto durante la pandemia da Covid 19, quando lo smart working era una consuetudine per la maggior parte della popolazione.

 

Zoom ha annunciato 1300 licenziamenti

L’annuncio risale solo a ieri ed è stato pubblicato dall’amministratore delegato Eric Yuan sul blog ufficiale dell’azienda, che ha già iniziato anche a contattare i diretti interessati. Negli USA, i pacchetti di buonuscita prevedono fino a 16 settimane di stipendio e assicurazione sanitaria, pagamento dei bonus generati per il 2023 fiscale, supporto per la ricerca di nuovi posti di lavoro e altro ancora. Per i dipendenti di altri Paesi verranno applicate altre condizioni anche in base alle leggi locali.

Eric Yuan dice che i licenziamenti sono il risultato del periodo di incertezza economica che stiamo vivendo, in larga parte riconducibile sia alla pandemia di COVID-19 sia alla guerra tra Russia e Ucraina; ma che sono stati anche commessi degli errori dalla dirigenza. In particolare non si è preso il tempo dovuto per valutare se il ritmo di crescita adottato in quel periodo era sostenibile o meno.

In qualità di amministratore delegato, Yuan ha detto di volersi assumere la responsabilità della situazione “con i fatti oltre che con le parole”: quindi ha annunciato che rinuncerà al 98% del suo stipendio e a tutti i bonus aziendali per tutto l’anno fiscale. Inoltre, i membri della leadership si ridurranno lo stipendio del 20% e rinunceranno anch’essi ai bonus aziendali dell’anno.

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