Basi lunariSvelati ufficialmente i piani per realizzare “strutture viventi con gravità artificiale” sulla Luna. Vere e proprie basi lunari ideate in Giappone.

Il concetto di base lunare, sviluppato attraverso una collaborazione con l’Università di Kyoto e l’appaltatore Kajima Corp, include anche un sistema di trasporto lunare in grado di trasportare le persone tra la Terra, la Luna e Marte. L’idea centrale è quella di utilizzare la forza centrifuga attraverso i movimenti rotatori per ricreare la gravità terrestre, che è sei volte maggiore di quella della Luna.

“Non esiste un piano come questo nei piani di sviluppo spaziale di altri paesi”, spiega Yosuke Yamashiki. Trattasi del direttore del SIC Human Spaceology Center dell’Università di Kyoto. “Il nostro piano include importanti tecnologie cruciali per garantire che gli esseri umani possano spostarsi nello spazio in futuro”.

La struttura, che prende il nome di Lunar Glass, mira anche a imitare la biodiversità terrestre attraverso foreste e sponde variegate. Una versione semplificata potrebbe essere completata entro il 2050, mentre una versione su larga scala richiederebbe probabilmente altri 70 anni. Anche molti altri paesi stanno pianificando basi permanenti sulla Luna, inclusi Stati Uniti, Russia e Cina. Il programma Artemis della Nasa mira a riportare gli esseri umani sulla Luna non prima del 2025.

Realizzate in Giappone le nuove basi lunari con gravità artificiale

Un calendario simile è previsto anche per la International Lunar Research Station, una joint venture tra Cina e Russia. Entrambi i paesi hanno firmato un memorandum di cooperazione nel marzo 2021, con l’obiettivo dichiarato di pensare ad una “ricerca multidisciplinare e un lavoro multiuso” che rivaleggiasse con la struttura della Nasa.

La Nasa ha precedentemente messo in guardia sui rischi per la salute dell’esposizione prolungata all’assenza di gravità e alla bassa gravità. Il che significa che qualsiasi tecnologia per contrastare questi effetti potrebbe rivelarsi utile. “Man mano che l’idea di vivere nello spazio diventa più realistica, il problema della bassa gravità, di cui sono diventato intuitivamente consapevole da bambino, è un problema che dobbiamo superare”, ha affermato Takuya Ono, ricercatore senior presso l’appaltatore giapponese Kajima.

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