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La campagna di vaccinazione dell’Italia ha ritmi più sostenuti della media europea. Quasi l’85% della popolazione adulta e idonea al vaccino (gli over 12) hanno completato il ciclo di protezione dal Covid sia con la prima che con la seconda dose. Il siero più utilizzato si conferma quello di Pfizer, seguito da Moderna. Per le somministrazioni estive ed autunnali, invece, non c’è stato spazio per il contestato AstraZeneca. 

 

AstraZeneca, deciso il destino del vaccino in Italia

Recentemente l’Italia ha chiarito ancor di più la sua posizione relativa al farmaco dell’Università di Oxford. Il vaccino di AstraZeneca non sarà più utilizzato nell’arco della campagna nazionale e le dosi rimanenti saranno presto smaltite.

Il progetto del Governo Italiano è quello di redistribuire le dosi ancora in magazzino prima della loro scadenza ai paesi in via di sviluppo, dove il tasso di vaccinazione contro il Covid resta estremamente basso. L’Italia, infatti, sin da inizio anno è parte del progetto CoVax, il programma che si impegna per un’equa distribuzione dei vaccini.

Ad ogni modo, sia l’Italia che l’Unione Europea non si impegneranno ad acquistare nuovi lotti del farmaco AstraZeneca. La campagna di immunizzazione, con le terze dosi, proseguirà esclusivamente con prodotti a mRNA, Pfizer e Moderna in prima linea.

I vaccini con la tecnologia ad mRNA saranno somministrati in terza dose anche a chi ha effettuato il primo richiamo con AstraZeneca. Gli esperti sono ancora concordi sulla bontà della vaccinazione eterologa con sieri a vettore virale uniti a sieri ad mRNA.

Non cambierà nulla invece per il Green Pass. Coloro che hanno ricevuto doppia somministrazione con AstraZeneca potranno ancora contare sui benefici della certificazione verde.

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