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Due sono le cose certe allo stato attuale. I quattro vaccini approvati dall’EMA contro il Covid-19 funzionano nel proteggere l’organismo dalla variante Delta, ma al tempo stesso sono meno efficaci. Questo sta causando diversi problemi soprattutto visto che il fatto che una singola dose risulta essere molto meno funzionale di quello che si è visto in precedenza.

A livello di numeri, il vaccino di Pfizer dopo due dosi protegge al 79% l’organismo contro la variante Delta e Moderna ha praticamente gli stessi numeri. AstraZeneca invece arriva a proteggere fino al 60%. Detto questo, si parla della capacità di evitare i sintomi base del Covid-19 mentre raggiungono praticamente il 100% dell’evitare i casi gravi che richiedono l’ospedalizzazione o che portano alla morte; purtroppo non è totale quindi qualche rischio c’è sempre, soprattutto per i più fragili.

 

Variante Delta e vaccini

La strategia di puntare il più possibile sulle prime dosi aveva un senso finché la variante più diffusa era quella inglese o Alpha, ma con al variante Delta questo non vale più. Gli studi hanno mostrato come dopo quattro settimane dalla prima somministrazione, Pfizer e AstraZeneca arrivano a proteggere rispettivamente appena il 36% e il 30%. Considerando che attualmente il tempo di attesa per ricevere la seconda dose è 40 giorni, va da sé che il rischio di venire contagiati e di sviluppare i sintomi è alto.

Detto questo rimane importante il fatto che contro la variante Delta i vaccini sono comunque in grado di evitare i casi più gravi così come i decessi. Questo si vede tranquillamente nei numeri del Regno Unito. In assoluto registrano il numero di contagi giornalieri più alto, ma al tempo stesso il tasso di ospedalizzazioni è al minimo.

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