In questo ultimo anno abbiamo assistito ad un vero e proprio boom delle criptovalute, le monete decentralizzate hanno effettivamente conquistato i mercati internazionali con il Bitcoin a guidare la carovana, non a caso la cripto ha raggiunto un picco record di 60.000 dollari al cambio, valore incredibile legato alle sue intrinseche caratteristiche, ovvero la sua decentralità, il totale anonimato della parti coinvolte in una transazione e la sua forte anima deflazionistica.

Tutto ciò però sembra aver raggiunto un punto di crisi, qualche crepa inizia a far tremare tutto il sistema, tale crepa prende corpo in un problema che sostanzialmente riguarda tutto il pianeta, parliamo dell’inquinamento, i Bitcoin inquinano troppo.

 

Bitcoin e blockchain troppo inquinanti

La rete Bitcoin si basa sull’uso della tanto discussa blockchain, un modello di validazione delle transazioni che si basa sulla modalità proof-of-work, un sistema di ricompense a chi partecipa alla catena che paga in bitcoin ma che di contro richiede un’enorme potenza di calcolo per funzionare, cosa che si traduce in consumi di corrente davvero mostruosi, basti pensare che una transazione in bitcoins equivale per consumi a circa 750.000 transazioni tradizionali, una differenza spaventosa.

Tutto ciò ha portato figure di rilievo a cambiare opinione in merito al bitcoin, basti pensare a Elon Musk che, poche settimane dopo aver implementato il bitcoin come sistema di pagamento per acquistare auto Tesla, ha deciso di fare dietrofront rimuovendoli immediatamente, ancora, anche Bill Gates ha espresso la propria preoccupazione in merito al fattore ambientale sottolineando come i bitcoin non siano sostenibili per l’ambiente.

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