Le polemiche in seguito alla condivisione di dati tra WhatsApp e Facebook, annunciata un paio di mesi fa, non accennano a placarsi, e quelle di cui parliamo oggi sono polemiche “serie”.

Prima di essere bannate definitivamente, in Germania è stato aperto un procedimento per fermare l’aggiornamento privacy policy di WhatsApp. Scopriamo insieme cosa è successo.

 

WhatsApp: la Germani banna le nuove privacy policy

Non è certo la prima, e probabilmente non sarà nemmeno l’ultima, volta che ci sono state rimostranze in merito, e se inizialmente Facebook aveva solo rinviato l’introduzione delle nuove regole per dare tempo agli utenti di essere informati a dovere, la data del 15 maggio si fa sempre più vicina, e con essa probabilmente la fiamma della discussione tornerà a riaccendersi.

In base a quanto dichiarato in precedenza da WhatsApp infatti, la nuova condivisione di dati non riguarda le ordinarie conversazioni, ma piuttosto servirebbe ad abilitare nuove funzioni per interagire con gli account business. Sembra che WhatsApp voglia abilitare una sorta di supporto clienti o anche di esperienze commerciali, forse in modo affine a quanto già fa Apple.

Solamente qualche giorno fa, il capo dell’autorità per la privacy di Amburgo, Johannes Casper, ha dichiarato che i nuovi termini di servizio di WhatsApp sono eccessivamente vaghi, incoerenti e non trasparenti, e di conseguenza ha ordinato a Facebook di smettere di raccogliere dati dagli utenti WhatsApp in Germania, emanando un ban di tre mesi “di emergenza” sulla raccolta dati ed invitando la UE a prendere i medesimi provvedimenti per tutti i paesi membri.

Facebook ha replicato che le conclusioni di Caspar sono “sbagliate e basate su una fondamentale incomprensione” ma che non fermeranno il roll-out dei nuovi termini. Staremo a vedere come andranno le cose nel corso dei prossimi mesi: per adesso non ci saranno conseguenze per chi non accetterà le nuove regole, ma la cosa non durerà per sempre.

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