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Come ormai tutti sappiamo, il vaccino di AstraZeneca, come anche quello di Janssen, possono causare la comparsa di effetti collaterali. Nello specifico si parla di un’anomala coagulazione del sangue che in quasi il 20% dei casi porta alla morte. Finora il vaccino è stato tenuto per i più anziani e non è un caso, ma perché sono i meno a rischio, paradossalmente.

I dati che arrivano dal Regno Unito parlano abbastanza chiaro sul vaccino di AstraZeneca. Finora sono stati registrati 209 casi di coagulazione e 41 decessi; dati aggiornati al 21 aprile su più 27 milioni di dosi somministrate. La distribuzione dei casi non lascia dubbi.

Circa un quarto dei coaguli di sangue si sono verificati nelle persone di età inferiore ai 40 anni per i due terzi in quelli di età inferiore ai 60 anni. I dati così non dicono molto, ma se li mettiamo in relazione ai vaccini somministrati la situazione è ben chiara.

 

AstraZeneca: il vaccino e gli effetti collaterali

Secondi dati del sistema sanitario nazionale britannico, sono 5,5 milioni le persone vaccinate con almeno una dose sotto i 45 anni. Al tempo stesso, sono 22,6 milioni le persone che ne hanno sempre ricevuta almeno una sopra i 45 anni. La Medicines and Healthcare products Regulatory Agency conferma la maggiore incidenza nei gruppi di età dei giovani adulti rispetto ai più anziani.

Detto questo, si continua a sostenere che il vaccino di AstraZeneca è sicuro, nel senso che i benefici superano i rischi. Finché si parla della popolazione più anziana questo discorso è valido al 100%, ma sembra che più si scende con l’età più questa solidità viene meno. Il problema, c’è da dire, è che i dati a disposizione sono relativamente pochi. Nella maggior parte dei paesi europei il vaccino in questione è stato usato pochissimo sui più giovani. Tra qualche settimane l’EMA potrebbe dover tornare ad analizzare i nuovi dati disponibili.

FONTEecho.news,uk
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