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Un nuovo studio di Banca d’Italia potrebbe aprire una nuova strada per lo studio dei fenomeni di inflazione; in questo modo si potrebbe garantire una maggiore protezione al sistema bancario. La ricerca è stata pubblicata in in documento di 107 pagine e la particolarità di questa analisi sta nell’utilizzo di Twitter come strumento per il tracciamento dell’inflazione.

Attraverso l’applicazione di un sistema di machine learning e delle analisi testuali si sono sviluppati degli indicatori delle aspettative di inflazione. La scoperta di una relazione tra tweet e andamento dell’inflazione ha stupito gli stessi ricercatori. Per effettuare le analisi si sono presi in considerazione sia gli indicatori con le aspettative mensili che gli indicatori estrapolati dalle analisi giornaliere dell’Istat.

Banche: la curiosa scelta di Twitter per lo studio dell’inflazione

 

Il motivo che ha spinto Banca d’Italia concentrarsi su Twitter sta nei 10 milioni di utenti italiani che ne sfruttano i servizi. Inoltre la natura concentrata prevalentemente sulla condivisioni di opinioni personali, piuttosto che di immagini come porrebbe essere Instagram, l’ha reso il social perfetto per questo genere di ricerca.

Il risultato di questa ricerca ha dimostrato come effettivamente si possano estrarre degli indicatori sull’andamento dell’inflazione che risultano moto simili a quelli classici; in più però questi possiedono in vantaggio di venir calcolati quasi in tempo reale. Il sistema è ancora migliorabile e soggetto a perfezionamenti, lo studio dimostra che un evento massiccio potrebbe “rompere” l’algoritmo; resta però uno strumento straordinario per l’analisi dell’inflazione che sfrutta enologie all’avanguardia come il machine learning e i flussi di notizie che provengono dai social network.

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