Covid-19

Purtroppo l’arrivo del Covid-19 non ha creato solo morte e problemi in caso di contagio. Sono molti i servizi che sono stati fermati o addirittura cancellati. È il caso di molte visite indispensabili per chi è malato cronico e ha bisogno di continua assistenza medica. In aiuto è arrivata la tecnologia che ha permesso a milioni di malati di contattare i medici a distanza.

 

La tecnologia salva delle vite anche se il Covid-19 le vuole spegnere

Sono 24 milioni i malati cronici italiani a rischio vita in caso di contagio da Covid-19. Di questi più di 12 milioni sono affetti da multicronicità. Da quest’ultima ne sono colpiti maggiormente coloro che hanno un’età superiore ai 65 anni. Una sfida seria e importante è quella di garantire assistenza medica evitando il più possibile di mettere a rischio la loro vita.

Ad ogni modo una soluzione andava presa e la tecnologia è stata fondamentale in questo. Infatti grazie alla “medicina a distanza” i medici hanno potuto mantenere il contatto con i propri pazienti, evitandogli i rischi di una possibile infezione da Covid-19. In pratica non solo attraverso consulenze telefoniche, ma soprattutto grazie a vere e proprie visite anche specialistiche da remoto.

Uno sforzo particolare lo hanno fatto anche le persone affette da queste patologie. Sebbene la fascia di età non le vedrebbe così sciolte nell’utilizzo delle nuove tecnologie, la situazione pandemica di Covid-19 le ha portate a prenderne dimestichezza. Al contrario di quanto si sarebbe potuto pensare, tra febbraio e giugno, il 40% dei pazienti con malattie reumatiche ha comunicato e interagito con il proprio medico attraverso dispositivi elettronici.

In questo periodo su 1.130 pazienti: 6 hanno interagito con videochiamate, 10 utilizzando la telemedicina personalizzata, 429 si sono scambiati messaggi con il proprio medico e 438 hanno telefonato.

 

I risultati sono davvero positivi, ma c’è ancora da lavorare per sfruttare al meglio la tecnologia in campo sanitario

Lo psicologo Luca Mazzucchelli ha interpretato questi dati in chiave positiva nella lotta alle possibili conseguenze del Covid-19. “Ci dicono che la tecnologia aiuta ad accorciare le distanze geografiche. Certo, non sono mancate diffidenza e impreparazione, e sono il primo a dire che si può fare di più. Mi chiedo, però, come avremmo fatto ad offrire continuità ai nostri pazienti senza questi strumenti”.

La tecnologia è uno strumento indispensabile non solo per comunicare, ma anche per combattere questo pericoloso virus. L’unione fa la forza, solo così si può sconfiggere il Covid-19. Infatti utilizzando Data Solituion e Intelligenza Artificiale è possibile unire ospedali di tutto il mondo diffondendo informazioni necessarie a migliorare la cura e la degenza dei pazienti infetti.

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