Diesel: Brescia a rischio inquinamento, è prima su tutta l'Europa

La città di Brescia chiede pietà a sostanze inquinanti come Diesel e non solo. Tra le più colpite dalle polveri sottili troviamo anche Bergamo, Vicenza e Saranno (VA). Trattasi di PM2.5 che presentano un’«alta capacità di penetrazione nelle vie respiratorie» dice l’Ispra nell’annuario dei dati ambientali. Sembra infatti che queste siano responsabili del 15 per cento delle morti naturali. 

 

Diesel: i provvedimenti  per l’inquinamento ambientale

Il 19 gennaio, sulla rivista scientifica Lancet Planet Health 2021, è giunto il primo paper a riportare il numero di morti premature causate dall’inquinamento atmosferico in circa un migliaio di città europee. I ricercatori dichiarano: «I nostri risultati ci dicono che una numero significativo di morti premature nelle città europee potrebbero essere evitate ogni anno diminuendo la concentrazione nell’aria dei maggiori inquinamenti all’interno dei parametri stabiliti nelle linee guida dell’Organizzazione mondiale della Organizzazione mondiale della Sanità».

Gli studi riporterebbero dei dati ben chiari: Brescia è tra le prime, ma anche Madrid non scherza. In essa il problema è soprattutto legato al biossido di azoto, che causa il 7% delle morti premature.

A novembre scorso l’Italia era stata condannata dalla corte di giustizia dell’Unione europea per non aver provveduto al miglioramento della qualità dell’aria. Così a gennaio 2021, durante un incontro tra i presidenti Stefano Bonaccini, Attilio Fontana, Alberto Cirio e Luca Zaia (a cui hanno partecipato anche gli Assessori all’Ambiente), questi «hanno condiviso la necessità di un rinvio fino al termine dell’emergenza Covid dello stop ai veicoli Euro 4 Diesel previsto per il prossimo 11 gennaio». Ma la Regione Lombardia si è giustificata dichiarando: «In questo modo si vuole favorire maggior sicurezza sui mezzi pubblici contrastandone l’affollamento». Il tutto in «tutela della salute pubblica sul territorio regionale tramite modulazione della mobilità dei cittadini in modo da ridurre il più possibile i rischi di infezione da Covid-19 derivanti da forme di aggregazione».

 

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