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Come ogni volta, le nuove reti di telecomunicazioni sono soggette a teorie complottistiche strampalate, ma anche pericolose. Anche per il 5G è stato così e soprattutto durante l’inizio della pandemia dove in diversi paesi si erano iniziate ad attaccare le infrastrutture dedicate. Questo fenomeno si è presentato fortemente nel Regno Unito dove finora il danno è stato diffuso.

Secondo la British Communications Authority, sono state distrutte 159 stazioni base su tutto il territorio e tutti questi attacchi sono stati collegati proprio a teorie del complotto, alcune legate al coronavirus, ma non solo. Diversi suggeriscono che la rete causa problemi di salute e per risolvere cercano di distruggerla.

L’autorità in questione ha calcolato che questa distruzione ha portato a 170.000 ore di inattività delle stazioni coinvolte causando problemi generali. In aggiunta, oltre alla distruzione generalizzata, ci sono state anche diverse truffe come quella famosa della chiavetta USB che bloccava il segnale del 5G.

 

La rete 5G

Sicuramente è un problema per diversi motivi. Per cominciare, si tratta di un danno economico non indifferente per le compagnie che devono poi sistemare l’infrastruttura. In aggiunta, viene rallentata la messa in opera dell’intera rete impedendo quindi un passaggio tecnologico che porta con sé connessioni molto più veloci.

Sono stati fatti diversi studi sulla rete 5G e sul segnale usato. Di danni alla salute non ne sono stati riscontrati, così come per le reti precedenti. L’unico punto negativo che però poco ha a che fare con queste teorie è il fatto che può influenzare le letture meteorologiche.

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