polveri sottili

La qualità dell’aria che respiriamo viene ogni anno peggiorata dalle polveri sottili, dal risultato dell’attività industriale e delle sostanze nocive che il genere umano non tende a regolare. Nonostante i vari allarmi lanciati dagli ecologisti e dagli scienziati, la situazione non sembra voler migliorare e le immagini rallegranti osservate durante il lockdown di marzo e aprile non hanno che rappresentato un mera e momentanea redenzione del genere umano.

La situazione, come si può immaginare, non è delle migliori: diverse manifestazioni sono scoppiate in tutto il mondo per sensibilizzare i diversi governi in merito a tale problematica, scandendo persino gli anni che sono rimasti alla popolazione prima di toccare il punto di ritorno. D’altra parte, inoltre, anche l’Unione Europea ha preso delle decisioni per cercare di mitigare l’avanzamento dell’inquinamento e delle polveri sottili, segnalando in rosso i paesi più a rischio.

Polveri sottili: l’Italia viene condannata dalla corte dell’Unione Europea

Stando agli ultimi dati forniti dalla corte dell’UE, l’Italia è tra i paesi con un più alto livello di polveri sottili. Tra gli anni 2008 e 2017, la concentrazione di particolato in alcune realtà urbane è stata decisamente più elevata dei massimi livelli consentiti. Grazie al report, inoltre, sappiamo che tali zone riguardano il territorio Italiano nella sua generalità con un aggravamento segnalato nelle prossimità della Pianura Padana.

Alla condanna il Ministro dell’ambiente Sergio Costa ha reagito affermando che: “La sentenza della Corte di giustizia sul superamento dei limiti di PM10 non ci coglie di sorpresa, visti gli incontrovertibili dati su cui si basa. Dati che, benché si fermino al 2017, indicano un problema che purtroppo non è ancora risolto. Fin dal mio insediamento, nel 2018, ho messo in campo tutti gli strumenti possibili, in accordo con le Regioni, per affrontare il tema della qualità dell’aria. Sottolineo infatti che ogni anno sono almeno 80.000 le vittime dovute a questa problematica, che investe soprattutto il Bacino Padano, ma non soltanto.”.

 

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