5G: la rete di quinta generazione stravolge completamente il lavoro

L’arrivo del 5G ha determinato dei notevoli cambiamenti nel mondo del lavoro. Da maggio a settembre 2020, nonostante la pandemia, la rete ha portato 106 mila posti di lavoro nei soli Stati Uniti secondo i dati del National Spectrum Consortium e del Progressive Policy Institute. Nell’ultimo periodo l’Italia risultava essere prima tra i diversi paesi per via dell’estensione della rete di quinta generazione nelle città. Già due anni fa è stato infatti possibile notare l’aumento di professioni nel campo della tecnologia connesse alla rete in questione.

 

5G: la rete e i suoi effetti sui settori lavorativi

Tra le professioni più richieste troviamo quelle inerenti alla gestione di progetti di Intelligenza Artificiale, bi data, cloud. Ma anche blockchain, cybersecurity (diversi sono stati gli hacker e i criminali che si sono serviti del 5G per attaccare le prede), IoT.

Nulla di tutto questo però rappresenta la vera novità: la crescita dei ruoli più legati alla creazione di contenuti interattivi, i quali serviranno a dare uno slancio finale a quelle piattaforme di realtà aumentata, virtuale e mista (come gli ologrammi). Grazie al 5G queste hanno avuto modo di esprimere pienamente le proprie potenzialità che fino ad oggi non erano state in grado di mostrare a causa dell’assenza di connessioni veloci.

Per giunta, secondo l’analista di IDC Ritu Jyoti, la pandemia porterà anche l’aumento di figure tecniche nei settori in cui scarseggiava il personale come quello sanitario, farmaceutico, l’istruzione e la pubblica amministrazione, per la gestione di tecnologie innovative, abilitanti il lavoro da remoto e la predizione delle emergenze nella vita civile.

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