Fibra-ottica-5G

La protagonista del tema di questo articolo è la digitalizzazione. Perché? Essa potrebbe davvero risollevare il Paese totalmente in crisi a seguito del Covid-19. Difatti se vi fossero maggiori mezzi digitali per continuare a lavorare e comunicare, le cose si sistemerebbero con più facilità. Proprio per tale ragione sono necessari degli asset tecnologici come la fibra ottica e il 5G. Nella sezione chiamata “Un Paese digitale” il piano Colao sottolinea infatti il bisogno di estendere l’accesso alla rete in fibra ottica a tutte le regioni e di accelerare i tempi per l’adozione delle connessioni 5G.

La scheda numero 25 del piano (Piano Fibra Nazionale), sottolinea che il lockdown ha allargato il divario “tra chi può fare affidamento su connessioni ultra-broadband (UBB) e chi ne è oggi privo/è ubicato in aree con copertura inadeguate” e chiede azioni specifiche per “creare un piano nazionale di sviluppo fibra” così da collegare famiglie, imprese e Pubblica Amministrazione con la fibra pura (FTTH, Fiber To The Home).

La scheda 27 (Sviluppo Reti 5G), invece amplifica come in Italia i limiti tecnici relativi alle emissioni elettromagnetiche siano determinanti per lo sviluppo della rete dati di nuova generazione. I limiti italiani, infatti, sono “molto più restrittivi di quelli in vigore nella maggior parte degli altri Paesi Europei, a loro volta molto al di sotto dei limiti di nocività ipotizzati“.

Al momento tra i sostenitori della nuova tecnologia troviamo Vodafone, che con la sua rete a banda ultralarga, raggiunge più di 3 milioni di clienti sulla linea fissa ed ha attivato il servizio 5G a Milano, Roma, Napoli, Bologna e Torino. E l’operatore, con il servizio FWA (la connessione in tecnologia mista fibra-radio, per permettere Internet e avere velocità anche dove non arriva la fibra FTTH).

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