SignalSignal è un’app relativamente nuova per gli utenti Android ed iOS. Rappresenta di fatto una novità assoluta per questa categoria di installatori che ritrovano le stesse novità anche su piattaforme Desktop come PC WIndows 10, Linux e macOS. Prima di scoprire che cosa offre realmente esaminiamo il progetto e gli eminenti pareri delle alte sfere del mondo digitale che hanno definitivamente abbandonato WhatsApp a favore della nuova soluzione destinata alla messaggistica.

 

Signal: cosa ne pensano gli esperti di questa nuova applicazione

L’app Signal è basata su un progetto open source diretto e finanziato dalla comunità tramite donazioni. Al contrario di WhatsApp, quindi, non è decentralizzata. I dati che tutti scambiano tramite l’applicazione sono riservati e protetti. Nessuna traccia viene conservata sui server tanto che personalità eminenti come Edward Snowden (ricordato per i suoi interventi nel contesto dello scandalo Cambridge Analytica) e Jack Dorsey (CEO di Square e Twitter) si sentono di consigliarla oltre ogni ragionevole dubbio. Al riguardo è stato detto:

Uso Signal ogni giorno” – Edward Snowden

“Mi fido di Signal perché è ben costruito, ma soprattutto per come è costruito: open source, peer review e interamente finanziato da sovvenzioni e donazioni. Un modello innovativo ed esattamente in linea con le esigenze dei cosiddetti servizi critici”Jack Dorsey

Tutto conseguente al nuovo modello di messaggistica che usa l’algoritmo Double Ratchet, il quale garantisce la condivisione bilaterale di una chiave segreta che resta nelle sole mani delle parti chiamate in causa nella conversazione. Tale proprietà garantisce la massima privacy in ottemperanza ad un sistema di protezione secondario basato sul calcolo Diffie-Hellman che mescola le chiavi derivate in modo tale da rendere irrintracciabili allegati e messaggi.

 

Ecco tutte le sue funzionalità

Dalla lettura del paragrafo precedente è chiaro che ogni minimo aspetto della conversazione rispetta il criterio della privacy in ogni sua forma. Ogni funzionalità presente in-app è protetta da occhi indiscreti (sia di terze parti che della comunità che sovvenziona e finanzia il progetto). In particolare è possibile usare:

  • messaggi di testo (anche con timer di autodistruzione in chat e gruppi)
  • reazioni ai messaggi
  • scorciatoie da tastiera
  • GIF ed adesivi
  • anteprime collegamenti Internet
  • temi differenziati (chiaro e scuro)
  • chat private
  • gruppi di discussione
  • condivisione di: foto, video, messaggi, documenti, video messaggi, note audio
  • chiamate (private e di gruppo)
  • video chiamate (singole e di gruppo)

Tutte potenzialità che grosso modo troviamo anche in WhatsApp ma che di certo vengono catalizzate dall’aspetto sicurezza che riveste, come mai fino a questo momento, un ruolo discriminante nell’uso di tutte le funzionalità attuali e future che gli sviluppatori prevederanno.

Al contrario di Telegram, premiato come app pro-privacy, il livello di riservatezza aumenta visto che la crittografia è disposta ad un livello più alto del profilo utente. Infatti con l’app di Pavel Durov, che opera con le medesime dinamiche tecniche di WhatsApp, soltanto le chat segrete godono di un livello di segretezza adeguato. Basta un errore e le nostre info personali possono cadere nelle mani sbagliate. Con Signal ciò non può avvenire ed è per questo che sempre più utenti la stanon scegliendo come app principale per la messaggistica istantanea.

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