diesel o elettricoI clienti con auto elettrica hanno dovuto ricredersi sui propri acquisti dopo la scoperta di alcuni motivi che conferiscono al Diesel una clamorosa vittoria su più fronti. Decine di migliaia di euro spesi per andare in contro all’evoluzione dell’auto non sono serviti dopo le ultime analisi che hanno portato alla luce una scomoda verità per gli automobilisti. Ecco cosa sta succedendo.

 

Diesel vince su auto elettrica: ecco 5 ragioni che causano fastidi agli automobilisti

In Italia come nel resto del mondo l’hype del momento verte sulle auto elettriche. Di recente gli emendamenti e le contromisure per la pandemia stanno prevedendo un boom di incentivi per l’acquisto di mezzi ecologici. Tutto questo si somma ai numerosi bonus statali e regionali. Ma una scomoda verità fa breccia in tutti quegli acquirenti per certi versi pentitisi del’acquisto di una EV.

Al lordo dei coupon che concedono fino a 10000 euro di sconto è innegabile il fatto che un’auto ecologica alimentata a batteria costi, parimenti performance e caratteristiche tecniche, più di una corrispettiva auto Diesel. Spesso la differenza è notevole e si percepisce anche nel momento in cui entra in gioco la fase di manutenzione batterie che perdono di efficacia con il passare del tempo (10 anni o 150.000 Km).

E sempre in tema batterie si scredita l’ipotesi di auto ad impatto zero. Al momento, infatti, l’analisi del CES IFO identifica una vittoria per l’auto a gasolio sul fronte inquinamento. Dai dati emerge, causa processi produttivi ancora ancorati all’uso del carbonfossile, che una vettura a combustibile genera meno CO2 di una nuova auto elettrica.

Passando all’aspetto pratico della questione si parla del rifornimento. Che sia in casa o fuori casa il tempo di ricarica esula la velocità di un pieno di gasolio che si completa nel giro di qualche minuto. Le tariffe, oltretutto, rasentano la convenienza vera e propria che si azzera nel caso in cui si ricarichi da presa 230V. In casa serve troppo tempo e la bolletta aumenta a meno di disporre di impianti fotovoltaici che potrebbero azzerare la spesa. Servono ore per completare un ciclo di ricarica al 100% in casa a meno di predisporre un caricabatteria rapido spesso opzionale al bundle di serie del veicolo.

Mancano anche colonnine omogeneamente distribuite lungo la rete urbana, interurbana ed autostradale italiana. Servono 18 permessi prima di poter installare un punto di ricarica, cosa che non gioca a favore dei viaggi a lunga percorrenza. Lo stesso non si può certo dire per il Self Service Diesel e le stazioni di servizio in modalità servito che prosperano in tutta Italia con un array ben distribuito lungo tutta la penisola.

Alle luce di tutte queste considerazioni viene da chiedersi se sia effettivamente il momento giusto per passare alle auto elettriche. La scelta è da delegare a voi utenti, sebbene molti si stia facendo per ottimizzare i processi e per garantire uno sviluppo più capillare della rete di distribuzione dell’energia a tariffe competitive.

Articolo precedenteWhatsApp, nuova idea nata da Facebook ma gli utenti si ribellano
Articolo successivoInternet via Satellite: al via la sfida a Tim, Vodafone, Wind e Tre