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La pandemia di COVID-19 ha purtroppo sventrato l’attività principale di Airbnb e la società sta intraprendendo azioni drastiche per rimanere a galla mentre le persone non viaggiano. La società ha confermato a TechCrunch che sta licenziando 1.900 dipendenti, o poco più del 25% della sua forza lavoro, per ridurre i costi durante la crisi. Il sito non ha elencato quali paesi sarebbero stati maggiormente colpiti, ma un appunto del CEO Brian Chesky affermava che i licenziamenti avrebbero avuto ripercussioni su molti settori dell’azienda.

 

Airbnb: non c’è altra soluzione che tagliare personale. I viaggi per molto tempo non si faranno

Il personale in partenza riceverà 14 settimane di retribuzione, più un’altra settimana per ogni anno in cui ha lavorato presso Airbnb e otterrà un anno di assicurazione sanitaria, questo negli Stati Uniti. I lavoratori internazionali riceveranno copertura sanitaria entro la fine del 2020.

Airbnb sta cercando di ammortizzare il colpo. L’azienda si è affrettata a raccogliere capitali una volta colpita dalla pandemia, inclusi 2 miliardi di dollari di debito. Tuttavia, è facile capire perché la società taglierebbe il numero dei lavoratori in una maniera così drastica. Mentre le difficoltà iniziano a palesarsi sempre di più, potrebbe passare molto tempo prima che i viaggi riprendano sul serio. Questa situazione potrebbe perdurare per molto tempo, essendo che i potenziali viaggiatori non si sentiranno di certo sicuri quando vedranno che pochissime persone si sono affidate al servizio. I licenziamenti potrebbero aiutare Airbnb a sopravvivere fino al momento di un’eventuale ripresa, senza dover chiedere più denaro.

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