Per il sistema bancario nostrano l’emergenza Coronavirus ed il lockdown hanno inaugurato un periodo di forte difficoltà. I cittadini hanno visto ridotte se non annullate le entrate su cui contavano, portando al collasso una domanda sempre meno fiduciosa rispetto al mercato. Lo Stato sta tentando di colmare le lacune economiche conseguenti alle restrizioni utilizzando una liquidità che man mano scarseggia. Rivolgersi all’Europa è un passo necessario ma comunque non privo di conseguenze, come l’aumento della spirale debitoria in cui l’Italia già è finita da diverso tempo.

Rispondono alla nostra crisi economica, la più grave dal secondo dopoguerra, il crollo della Borsa e uno spread che ha raggiunto livelli simili per drammaticità alla fine del governo Berlusconi. Di fronte ad una situazione del genere potrà il sistema bancario italiano rimanere in piedi? Ed i risparmiatori, i cui capitali costituiscono l’unica fonte di domanda in questo momento, sono sufficientemente tutelati? Analizziamo cosa potrebbe accadere nel caso di fallimento bancario ai nostri risparmi.

I nostri risparmi sono realmente al sicuro?

E’ di qualche anno fa la procedura di bail-in proposta da Bruxelles che stabilisce come forma di salvataggio interno, qualora ci si trovasse in una situazione di fallimento bancario, il coinvolgimento dei suoi correntisti. Questa risoluzione prevede, tuttavia, che nessun azionista o creditore debba affrontare perdite maggiori di quelle che subirebbe da una liquidazione amministrativa coatta. Inoltre, nel prelievo forzoso del bail-in non possono essere toccati i depositi fino a 100.000 euro come stabilito dal Fondo Interbancario di ciascun Stato europeo (art 47 della Costituzione per quanto riguarda l’Italia).

Oltre ad essere dunque garantiti i risparmi sotto una certa soglia, gli esperti suggeriscono come sia più sicuro spezzettare la liquidità in forme d’investimento diverso. Così da far correre minori rischi al nostro capitale se vincolato in un’unica soluzione. Le forme di investimento a tutt’oggi più sicuri sono i conti deposito o l’acquisto di bond governativi, che consentono di vincolare i capitali in maniera sicura seppur ad un basso tasso di rendimento.

 

 

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