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L’emergenza Coronavirus ha indotto moltissimi italiani a dotarsi di dispositivi di protezione individuale (i cosiddetti DPI), tra i quali rientrano anche le mascherine protettive per naso e bocca. I due orifizi, infatti, rappresenterebbero i punti di contatto preferenziali attraverso cui il virus riesce a diffondersi, passando attraverso il cavo orale e la mucosa nasale per poi addentrarsi ed attecchire lì dove ha il proprio tropismo (nonché dove fa sviluppare la sintomatologia).

A fronte di una richiesta spropositata rispetto alle capacità produttive (e anche al blocco, da parte di alcuni Paesi, di far giungere 19 milioni di mascherine in Italia) anzitutto sarebbe necessario porsi una domanda: è indispensabile utilizzarle? Cosa impone il decreto dell’11 marzo 2020 in merito?

È fondamentale specificare che l’utilizzo delle mascherine, secondo decreto, NON è obbligatorio per i cittadini in generale, ma solo per coloro che abbiano primi sintomi o si debbano proteggere per eventuali comorbidità (ossia la presenza contemporanea di altre patologie) o situazioni di immunodepressione.

Citando testualmente il decreto, nell’articolo 1 “Misure urgenti del contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale”, comma 1 lettera o: “Sono consentite le attività commerciali diverse da quelle di cui alla lettera precedente (alimentari e rivenditori di altri beni e servizi di prima necessità, ndr.) a condizioni che il gestore garantisca un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro di cui all’allegato 1 lettera d), tra i visitatori, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione.”

Come riporta inoltre il Dpcm 11 marzo articolo 1 comma 7 lettera d, riguarda le attività produttive e professionali a cui viene raccomandato di assumere protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse disponibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale.

Contestualmente, sul portale del Ministero della Salute viene scritto: “Per prevenire il rischio di infezione da nuovo coronavirus è prioritario curare l’igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di indossare anche una mascherina solo se sospetti di aver contratto il nuovo coronavirus e presenti sintomi quali tosse o starnuti, oppure se ti prendi cura di una persona con sospetta infezione da nuovo coronavirus. L’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani. Non è utile indossare più mascherine sovrapposte. Inoltre, la mascherina non è necessaria per la popolazione generale in assenza di sintomi di malattie respiratorie”.

Coronavirus: quale mascherina scegliere?

Dopo aver fatto questa doverosa premessa, è utile chiarire che esistono 3 tipologie di mascherine con cui si vedono circolare i cittadini in questo periodo.

Due di queste risultano inefficaci a contrastare un’eventuale infezione del virus, e sono la mascherina antipolvere e la mascherina chirurgica.

La mascherina antipolvere è inutile sia nel prevenire che si contagi qualcuno sia a proteggere se stessi.

La mascherina chirurgica (detta così per via del proprio campo d’applicazione) serve appunto ad evitare che i liquidi provenienti dalle cavità nasale e orale del medico, durante le operazioni chirurgiche, possano infettare il paziente. Servono, laddove si abbiano sintomi, per proteggere le persone circostanti, ma non per proteggere se stessi. Ma dal momento che bisogna restare a casa laddove si presentino sintomi compatibili con quelli dell’infezione da coronavirus, a rigor di logica non si dovrebbero vedere in giro persone circolare con queste mascherine.

Le uniche mascherine realmente protettive per sé e per gli altri sono i modelli FFP2 e FFP3, ossia le cosiddette mascherine filtranti.

Per mezzo di una guarnizione, esse vanno a bloccare sia l’esalazione che l’inalazione delle secrezioni respiratorie, impedendo così al virus sia di essere espulso ed infettare le persone con cui si entra a contatto sia di essere contratto dalla persona stessa.

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