Il 2020 si prospetta come un anno estremamente interessante per la tecnologia, grazie all’avvenuta introduzione dello standard 5G anche per i clienti privati. Per quanto riguarda le utenze business, i due operatori che sono arrivati per primi ad attivare le reti per la nuova connessione – ossia Tim e Vodafone – avevano già predisposto da diversi mesi la possibilità di utilizzare la rete veloce.

Per essere uno dei Paesi pionieri in Europa nell’attivazione del 5G, però, le società telco hanno dovuto sborsare cifre importanti durante l’asta per le frequenze, avvenuta a settembre 2018. Parliamo di 6,5 miliardi investiti in totale, e se si considerano le sole Tim e Vodafone, bisognerebbe considerare ben 2,4 miliardi di euro spesi da ciascuno dei due operatori per veder realizzato questo progetto.

Appare chiaro, dunque, che ci sia anche la volontà da parte dei gestori di recuperare l’investimento effettuato. Questo sarà possibile attraverso due strade che gli operatori stanno già percorrendo: un aumento dei costi per poter fruire dei bundle 5G e contestualmente una serie di tornate di rimodulazioni sulle offerte già attive per i clienti. Tim, Vodafone, Wind, Tre e Fastweb hanno già ritoccato i prezzi di numerosi piani tariffari in due diverse tranche, durante la scorsa estate e anche a cavallo tra dicembre e gennaio. E non saranno le ultime.

Un’altra strada da percorrere, però, potrebbe essere la disattivazione delle frequenze del 3G.

Switch off 3G: quali possibilità per il futuro?

Si tratta senz’altro di un’eventualità ancora distante nel tempo, che richiederà diversi mesi se non addirittura anni per potersi realizzare, ma già ora risulta lampante che la connessione 3G sia ormai giunta al capolinea.

Continuare ad investire su una tecnologia che non ha futuro non sarebbe produttivo per le telco, oltre a costituire un esborso di denaro inutile in un momento in cui invece è necessario recuperare questi investimenti.

Naturalmente bisognerà anche migliorare la copertura della rete 4G prima di procedere ad un’eventuale disattivazione del suo antenato, per questo motivo di sicuro non avverrà entro il 2020.

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