Lo scorso anno, il presidente americano Donald Trump ha aggiunto alla lista nera di aziende che possono mettere a rischio la sicurezza del paese, anche la grande azienda di Shenzhen, impedendogli, salvo autorizzazione del Dipartimento del Commercio statunitense, di acquistare di fare affari con compagnie degli USA.

Le ragioni di questa scelta e le conseguenze che ne derivano

Apparentemente la ragione sarebbe stata giustificata con il timore che i cinesi fossero in grado di intercettare le comunicazioni attraverso i dispositivi Huawei e per impedire che accedessero al mercato delle reti 5G. Che sia realmente una questione di sicurezza nazionale o sia in realtà un espediente per abbattere la concorrenza nell’ambito del 5G non lo sappiamo, ma questa scelta ha indubbiamente portato a delle conseguenze per il mercato americano. Nei dispositivi esistenti rimarranno funzionanti tutte le app già installate, finché compatibili con la versione di Android in loro possesso. Tuttavia molte funzioni di Google smetteranno di funzionare, e tra le più importanti spicca Google Maps.

Cosa accadrà quindi da adesso in poi? Per prima cosa, Huawei ha riorganizzato il suo sistema di navigazione satellitare sulla base di un accordo con TomTom e svilupperà delle apposite applicazioni per i propri smartphone che funzionino grazie alle mappe della società olandese. Naturalmente Huawei sta lavorando anche allo sviluppo di altre app che funzionino appositamente nei propri dispositivi, per un investimento di circa un miliardo di dollari. Non a caso l’anno scorso la società ha organizzato il Huawei Developer Day, svoltosi a Milano lo scorso Novembre. L’idea è di incentivare gli sviluppatori (italiani ma non solo) a creare dei servizi basati su un nuovo sistema operativo creato appositamente per Huawei e dal nome di HarmonyOS, creando un’intera linea di dispositivi che funzionino con quel sistema e non solo gli smartphone.

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