La luna ormai può essere giudicata come la prossima frontiera. Numerosi sono gli studi intrapresi da varie agenzie nazionali e private anche se gli scopi diventano man mano differenti.

I viaggi sulla luna prima erano visti come un inizio di un qualcosa che ora sta prendendo sempre più vita: rendere la luna un territorio sempre più accessibile.

Luna: la nascita di una nuova frontiera con l’estrazione di ossigeno

È essenziale portare meno risorse possibili dal nostro pianeta e sfruttare quelle già presenti sul satellite. E’ successo con l’acqua e ora può succedere con l’ossigeno

Il progetto prende il nome di “aseous Lunar Oxygen from Regolith Electrolysis” abbreviato in GaLORE. Si sta cercando di fondere la regolite lunare al fine di creare ossigeno tramite i suoi ossidi.

Tra gli ossidi troviamo quello di ferro, silicio e alluminio che scaldati a 1650 C° e facendo scorrere corrente elettrica nel materiale fuso, consentiranno la produzione di ossigeno gassoso.

E’ chiaro che, tramite questo nuovo sistema, è possibile avere a disposizione delle scorte di ossigeno molto più massicce e inoltre più respirabili. È utile soprattutto perché consentirebbe di trasportare dal nostro pianeta grandi riserve di essa e di ridurre l’utilizzo dei filtri (ad esempio, quelli presenti sulla ISS). L’ossigeno può essere inoltre utilizzato come ossidante per il carburante mentre il metallo per così dire “scartato”, può essere utilizzato per la costruzione di strutture.

Kevin Grossman (del progetto GaLore), ha dichiarato che “sebbene la Luna non abbia atmosfera, l’ossigeno esiste su di essa sotto forma di polvere di ossidi metallici. Estrarre ossigeno utilizzabile è fattibile con l’elettrolisi, ma le lacune tecnologiche ostacolano la realizzazione del suo pieno potenziale per le applicazioni spaziali”.

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