Da anni i gestori telefonici si fanno una concorrenza sfrenata per risultare più appetibili agli occhi dei clienti. Una guerriglia fondata su offerte, qualità del servizio, innovazione e completezza delle opzioni.

D’altra parte, sembra che su alcuni aspetti non ci siano differenze tra i nostri operatori “storici” Tim, Wind, Vodafone e Tre, i quali tentano di camuffare alcune trappole per sottrarre ai clienti il loro credito residuo.

Per queste truffe, è intervenuta molto spesso l’Agcom a difesa degli utenti, e infatti attualmente uno dei servizi proposti nei piani tariffari è proprio il preimpostato blocco dei servizi a sovrapprezzo. Ma fino a poco tempo fa, quando non vi era questa possibilità, molti clienti restavano “a secco” con il credito residuo proprio per l’attivazione di alcuni servizi aggiuntivi.

VAS: come evitarli e come fare se vi siete abbonati per sbaglio

L’aspetto più fastidioso della faccenda sta nel fatto che molti di questi servizi non vengono attivati consapevolmente da parte del cliente. Spesso infatti l’attivazione avviene attraverso il click su un banner comparso all’improvviso o su un reindirizzamento truffaldino. In questa maniera, i clienti si ritrovano nel giro di pochi minuti un addebito sul proprio credito residuo, scalato proprio in ragione di questa attivazione.

Fortunatamente, dopo lunghe battaglie e multe agli operatori, si è ottenuto il diritto di recedere nelle successive 24 ore dall’arrivo del messaggio di attivazione, chiamando il servizio clienti del proprio operatore. Se invece si vuole escludere tassativamente la possibilità di incorrere in queste attivazioni, si può chiedere agli operatori del servizio clienti di impostare il blocco totale dei Servizi a Valore Aggiunto (VAS).

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