Il ritorno dalle vacanze è sempre un po’ traumatico: ripristinare i ritmi di ogni giorno, prendere di nuovo posto a lavoro e dover lasciare alle spalle tutti i ricordi della bella stagione è complesso sia fisicamente sia psicologicamente. Ma uno dei ricordi che gli italiani porteranno di quest’estate riguarda sicuramente la crisi di Governo e la risoluzione che vi è stata posta.

D’altra parte, pare che “la crisi più pazza del mondo” (come qualcuno ha voluto ironicamente definirla) abbia portato con sé delle conseguenze molto pesanti riguardo una serie di provvedimenti non discussi in Parlamento.

Tra questi, l’ormai ex vicepremier Luigi Di Maio annoverava anche l’abolizione del bollo auto, ritenendo la tassa illegittima e spingendo l’acceleratore per la sua abolizione. D’altra parte, anche la Corte Costituzionale si era espressa in merito, conferendo alle Regioni autonomia legislativa in materia.

Bollo auto, abolizione lontana: eccone i motivi

Certo conferire autonomia decisionale alle Regioni sarebbe significato anche dar loro possibilità di aumentare il contributo corrisposto per tale tassa. Fino a definitiva abolizione da parte del Parlamento, nessuno avrebbe potuto prevedere quali fluttuazioni avrebbero interessato questo tributo.

In ogni caso, l’abolizione del bollo auto appare una prospettiva lontana. L’iniziale entusiasmo derivante da un abbassamento dello spread, che avrebbe fatto da “lasciapassare” per l’abolizione, comunque sembrava non compensare i 6,5 miliardi di euro all’anno che le Regioni intascano dal bollo. Non avere questa entrata avrebbe significato una impossibilità di riutilizzare questo denaro in investimenti per il rilancio di alcuni settori produttivi.

Al momento, quindi, la situazione sembra ferma, ma ulteriori conferme le otterremo nei prossimi mesi dalla nuova formazione di Ministri.

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