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Boeing è nell’occhio del ciclone da Ottobre per via di una serie di incidenti avvenuti con il suo 737 Max 8 che hanno portato purtroppo alla morte ben 346 persone. Parliamo di ben tre incidenti avvenuti in Indonesia, Etiopia e in Florida, quest’ultimo però senza vittime fortunatamente.

Recentemente inoltre, un lotto di lamelle alari difettose ha fermato ulteriormente la produzione del 737 Max, che era già da mesi fermo nei magazzini dell’azienda a causa del veto imposto dalla FAA. Sono stati mesi di test per riparare tutti i danni e i difetti dell’aeromobile che, a detta di molti, è stato costruito troppo di fretta.

Al momento però lo scopo dell’azienda sembra essere quello di riconquistare la fiducia delle compagnie partner e degli utenti. Le recenti vicissitudini infatti hanno portato Boeing sull’orlo della crisi finanziaria.

La multinazionale Iag ha affermato senza troppi giri di parole al Salone dell’aeromobile di Parigi, di aver firmato un ordine di ben 200 Boeing 737. Ricordiamo che Iag è un collettivo di compagnie aeree che comprende British Airways, Vueling, Iberia e molte altre ancora.

La cosa che ha colpito la stampa è la mancanza del suffisso “Max” al nome del velivolo acquistato. Le ultime indiscrezioni vedono la compagnia intenta a cambiar nome all’aeromobile più incriminato degli ultimi anni.

Il portavoce dell’azienda americana ha dichiarato però che la priorità di tutti è rendere sicuro in toto l’aereo 737 Max per riconquistare il pubblico e le compagnie aeree. Afferma infatti in un comunicato stampa:


“Noi di Boeing siamo aperti a ogni tipo di suggerimento da parte dei nostri utenti. Al momento non abbiamo in mente di cambiare il nome del 737 Max”.

Probabile cambio di nome per Boeing

Il cambio del nome è un’idea che deriva direttamente dal presidente americano Donald Trump. Il CEO Muillenberg invece ha fatto un “mea culpa” su tutti i problemi relativi all’aereo più discusso degli ultimi tempi, il 737 Max. L’amministratore delegato ha anche affermato che d’ora in poi ci sarà più trasparenza verso gli utenti e verso le compagnie partner.

FONTEilpost.it
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