Maxi truffa scoperta dalla Guardia di Finanza campana, in cui si erano costituite delle società aventi il solo obiettivo di emettere una serie di fatture per trarre vantaggi fiscali.

Coinvolte sei società fittizie con sede solo formale in Slovenia, Croazia, Malta ed Estonia, ma in realtà aventi base in Campania, quasi tutte dirette e amministrate da prestanome. Secondo quanto rilevato dalle Fiamme Gialle di Napoli e Lucca, queste società fingevano di commercializzare prodotti tecnologici. Successivamente, emettevano fatture false per prodotti mai esistiti (che però risultavano acquistati e rivenduti), con l’obiettivo di ricevere i rimborsi IVA e raggirare così i controlli fiscali. Questo meccanismo è noto alle forze dell’ordine come “frode carosello”, e non si tratterebbe del primo caso con una dinamica simile noto alla Guardia di Finanza.

La polvere sotto il tappeto

Ma al di sotto di questa truffa, si nasconde un orrido giro di arruolamenti di persone indigenti, affinché facessero da prestanome nella costituzione di queste società fittizie. Molti clochard venivano infatti convinti, con la promessa di un centinaio di euro come ricompensa, a firmare come intestatari delle società costituende. In questa maniera, essi risultavano unici responsabili in questa maxi truffa, quando in realtà al di sopra vi era una ben organizzata gerarchia di figure che provvedevano alla gestione.

Insieme ai clochard, persuasi da quel misero pagamento, erano stati coinvolti nella maxi frode anche alcune persone di alto rango sociale, che però risultavano cadute in disgrazia dal punto di vista economico. Queste figure erano utilizzate per società che sarebbero durate qualche giorno in più rispetto alle altre, e che si fregiavano della notorietà degli intestatari per risultare più giustificabili agli occhi del Fisco.

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