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4G: i clienti Tim e Vodafone possono incorrere in problemi ed essere spiati

La connessione in 4G ha regalato tante gioie ad una pluralità di utenti: da quando è entrata in funzione, tutti ne sono rimasti soddisfatti. Oramai, sebbene stia arrivando il tempo del 5G, non tutti lo accoglieranno nelle proprie vite o saranno interessati ad effettuare questo upgrade. Proprio per questa serie di motivi e anche per informazione generale, vi dobbiamo avvisare che il 4G soffre di una falla e non sempre può essere sicuro navigare su questo standard.

Il tutto è nato in seguito a uno studio condotto da Ruhr-Universität Bochum e New York University Abu Dhabi che ha scoperto un grave danno alla base di questa connessione. A quanto pare, infatti, ad essere danneggiati sono tre protocolli, rendendo il tutto impossibile da sanare. Pare ovvio, quindi, che il 4G sia danneggiato e potenzialmente rischioso a livello globale e e che quindi TIM, Wind Tre, Vodafone e Iliad non siano coinvolti.

Risvolti per gli utenti che lo utilizzano

Gli studiosi che si sono occupati di rilevare questo problema hanno persino attutato una serie di prove per scoprire lo sfruttamento di questa falla. Dieci di questi hanno avuto un riscontro positivo e permettono ai criminali di poter conoscere dati strettamente personali delle vittime. Bisogna sottolineare, però, che effettuare un hackeraggio di questa portata presuppone due requisiti: una strumentazione molto costosa e un vincolo di vicinanza alla vittima. Difatti, il criminale interessato deve obbligare la vittima a collegarsi ad una finta cella 4G appositamente creata e modificata per poterla spiare.

Una volta effettuata questa operazione, l’hacker potrà conoscere:

  1. la posizione precisa della persona;
  2. gli argomenti trattati nelle chiamate telefoniche;
  3. le operazioni effettuate attraverso lo smartphone;
  4. password e dati personali.

Vista la natura di questa falla, vi dobbiamo riconfermare che è impossibile proteggersi e sebbene potrebbe essere utilizzata per spiare persone note e giornalisti, non ci si può mai sentire al sicuro.

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Pubblicato da
Paola Carioti