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Sappiamo tutti benissimo che per quest’anno Facebook ha vissuto più bassi che alti, molti più bassi i quali si sono trascinati anche a pochi giorni dal Natale. È normale che qualcosa di molto grosso, come in questo caso il social network più usato al mondo, risulti più difficile da controllare, man mano che cresce. nonostante questo uno delle promesse fatte a cavallo tra il 2017 e il 2018 era quella di pulire la piattaforma e renderla più fruibile da parte di tutti.

Probabilmente quest’anno verrà ricordato come quelli degli scandali e in cima ci sarà ovviamente Cambridge Analytica. La mole di dati che questa società è riuscita a rubare al colosso in maniera indiscriminata è stato un colpo basso da cui non si è mai ripresa e che ha causato un emigrazione in massa degli utenti iscritti verso altri lidi. Anche le uscite di vecchi dirigenti della società non ha facilitato il processo di “ricostruzione” i quali hanno voluto sottolineare quasi la natura malvagia di Facebook.

 

Un lungo processo

Uno dei problemi che Zuckerberg avrebbe dovuto affrontare per questo 2018 è un problema che si è palesato in tutta la sua complessità nel 2016, più precisamente durante le elezioni presidenziali americane. Ai tempi era stato detto che per risolvere la piaga quasi endemica delle fake news ci sarebbero voluti tre anni. Ormai quel tempo è scaduto e difficilmente si arriverà ad un’effettivamente soluzione, ma non si può dire che non ci abbiano provato. Tra prove ed errori hanno provato diversi metodi per bloccare o comunque disincentivare questo tipo di notizie, anche finendo per colpire proprio chi non ha colpe.

Nel frattempo però Facebook sembra quasi aver iniziato a sgretolarsi sotto il suo stesso peso. La privacy sembra non esistere più e a quanto pare ogni sviluppatore può tranquillamente prende possesso delle nostre informazioni; uno degli ultimi esempi sono le milioni di foto che sono state prese direttamente dalla piattaforma. Questo aspetto ha minato anche altri progetti collaterali della compagnia come un altoparlante intelligente o delle versioni adatte ai più piccoli di Messenger; nessuno si fida più del social network per eccellenza.

Ogni cosa presenta dei cicli e in questo caso Facebook ne è entrato in uno negativo. Il 2018 sarà ricordato anche per un’altra cosa, sempre collegata alla precedente, l’anno in cui Zuckerberg ha dovuto difendere il suo operato di fronte al congresso degli Stati Uniti cercando di far capire a qualcuno non esattamente informato sui fatti di cosa stava realmente succedendo.

La situazione per la compagnia alle spalle è meno disastrosa di quanto si dia a vedere. Ricordiamoci che Instagram fa capo alla stessa società e molti degli account chiusi o abbandonati sono stati riaperti su quest’altra piattaforma e poi non dimentichiamoci di WhatsApp.

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