problema carta di identità elettronicaLa carta di identità elettronica rappresenta la naturale evoluzione del classico supporto in formato cartaceo. Rispetto a quest’ultimo offre la possibilità di ridurre l’ingombro del nostro portafogli offrendo un sistema di identificazione digitale versatile, portatile ed affidabile. Beh, su quest’ultimo punto avremo presto qualcosa da ridire. Scopriamo perché.

 

Carta di identità elettronica: sempre più popolare, sempre più problematica

In Italia si procede per la standardizzazione della carta di identità nel nuovo formato elettronico europeo. Tanti sono i cambiamenti indotti dall’uso di questo nuovo dispositivo intelligente. Oltre a rendere superfluo l’uso del portafogli (possiamo portarla con noi anche dentro una cover per smartphone) garantisce un sistema unico di identificazione utile anche per i viaggi. Se hai una CIE non hai bisogno del passaporto per spostarti.

Oltre questi innegabili aspetti positivi vi è il rovescio della medaglia, causato da un sistema che a causa di qualche bug ha offerto ai cittadini una carta di identità elettronica fallata. Questi problemi stanno già trovando una soluzione in luogo dei recenti aggiornamenti al database ed alla sostituzione dei supporti difettosi a carico dell’istituzione. Ma restano ancora da sciogliere dei nodi cruciali.

Uno dei problemi comuni alle CIE è quello legato alla rottura del supporto, che stando a quanto riferito si apre letteralmente in due pezzi se sottoposto ad uno stress minimo. Il fronte ed il retro della carta diventano due entità distinte e separate, richiedendo l’immediata sostituzione.

Anche tu hai avuto questi problemi? Il tuo Comune come sta gestendo il passaggio dal vecchio al nuovo sistema? Ti è stato espressamente imposto il nuovo formato o si prosegue ancora attraverso il supporto cartaceo? Faccelo sapere lasciandoci un tuo commento.

Articolo precedentePassa a Wind: ecco tre offerte ricche di minuti, SMS e GB già disponibili per i clienti
Articolo successivoGli smartphone che non abbiamo mai visto (o quasi): le 7 idee peggiori di sempre