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Nuove truffe tramite Whatsapp, SMS ed email stanno colpendo gli abbonati Rai, infatti, dei messaggi che invitano a cliccare su un link promettono dei falsi rimborsi da parte dell’agenzia delle entrate.

Con la nascita e la diffusione di Internet, la vita umana ha conosciuto notevoli miglioramenti, sia per quanto riguarda i servizi, sia per quanto riguarda la velocità di azioni, decisioni, processi e cambiamenti.

Ma, se da un lato Internet è visto come una risorsa, dall’altro lato è necessario prendere le dovute precauzioni per non rischiare di imbattersi in truffe – chiamate anche scam, termine adatto per identificare le truffe che avvengono con mezzi di comunicazione istantanea, soprattutto e-mail e Whatsapp -, che sono comunque sempre più presenti. Infatti, benché le truffe tradizionali esistano ancora, questo tipo di truffe, a causa soprattutto della globalizzazione e delle stesse metodologie di Internet, si stanno radicalizzando e diffondendo nella rete.

 

Canone Rai: arriva la truffa targata Agenzia delle Entrate

L’ultimo caso pare si tratti di un e-mail da parte dell’agenzia delle entrate: il mittente è stato segnalato come noreply@servizitelematici.it, e la comunicazione avrebbe come oggetto “Rimborso canone RAI”. Nel testo, secondo quanto riporta la pagina Facebook della polizia postale “Una vita da social”, si potrebbe leggere che al cliente sarebbe riconosciuto il rimborso di 37 euro, per il quale è necessario compilare un form, inserendo i propri dati anagrafici e gli estremi di una carta di credito. A questo punto, il cliente dovrebbe cliccare su https://www.rimborso.rai.it e completare la procedura. Una prospettiva piuttosto ottimista, un sogno che si avvera per tutti quelli che guardano abitualmente la TV. Purtroppo, niente di tutto ciò: non esiste nessun rimborso del canone RAI, soltanto una truffa digitale.

Come si può notare, in ogni caso, il processo dello scam è classico, sempre lo stesso: si invita il cliente a cliccare su un link pericoloso e a fornire i propri dati insieme alle generalità della carta di credito. Dovrebbe essere quindi, in teoria, molto semplice individuare gli scam e non cadere in certi tranelli, ma non sempre gli utenti sono attenti a ciò che leggono o vedono su Internet. Altre strategie possono essere controllare la grammatica del testo (in questo caso, trattandosi di un’istituzione, il linguaggio dovrebbe essere burocratico e cordiale) e controllare sempre la fonte di provenienza del messaggio.

Per essere ancora più sicuri, sarebbe meglio non cliccare alcun link, magari prima di essersi confrontati con altre persone che potrebbero aver ricevuto lo stesso messaggio, e, infine, controllare sullo stesso Internet, su motori di ricerca se si tratta di una notizia vera (se ne potrebbe parlare sul sito dell’agenzia delle entrate), oppure cercare pubblicità o  video istituzionali volti a istruire e informare la popolazione di una tale decisione. Lo stesso processo può essere adottato per identificare delle fake news, anche dette bufale. Nel caso in cui la vittima venisse truffata, è sempre meglio rivolgersi alla polizia postale e non cercare di risolvere la situazione da soli.

In ogni caso, l’agenzia delle entrate ci tiene a far sapere che si tratta di un falso e che non ha nulla a che vedere con processi di quel genere, e che si tratta quindi di un’ennesima truffa organizzata da cyber criminali.

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