Il centro di tale rivoluzione tecnologica è rappresentato dal programma Artificial Intelligence for Maneuver and Mobility (AIMM). Promosso dal laboratorio dell’Army Combat Capabilities Development Command (DEVCOM ARL). AIMM ha l’obiettivo di migliorare la mobilità autonoma dei robot su terreni accidentati. Ed anche in condizioni operative complesse. I robot, grazie all’intelligenza artificiale generativa, sono ora in grado di interpretare il linguaggio naturale. Ed anche rispondere in tempo reale ai comandi vocali dei soldati e fornire aggiornamenti dettagliati sullo stato delle missioni. Tale capacità rappresenta un passo importante verso una maggiore autonomia operativa e un’integrazione senza precedenti tra macchina e uomo.
Un altro pilastro della strategia è il programma Human Autonomy Teaming (HAT). Quest’ultimo mira a rendere più efficace la cooperazione tra soldati e sistemi robotici. Attraverso l’uso di un kit software all’avanguardia, HAT consente ai soldati di pianificare, eseguire e monitorare missioni. Ciò in collaborazione con unità autonome. Il sistema offre un’interfaccia intuitiva per visualizzare lo stato delle operazioni. Ed anche analizzare i dati in tempo reale e intervenire in caso di imprevisti. Inoltre, HAT facilita la sincronizzazione tra diverse piattaforme.
L’utilizzo di robot intelligenti in grado di apprendere e adattarsi rappresenta una delle più grandi innovazioni nel settore militare. Ciò senza mai dimenticare l’intervento umano. In prospettiva, l’integrazione tra soldati, intelligenza artificiale e robotica promette non solo un vantaggio operativo. Ma anche una maggiore sicurezza per gli stessi militari, che potranno contare su alleati artificiali affidabili e intelligenti.