La decisione di introdurre pesanti dazi sui semiconduttori importati potrebbe ridurre la competitività dell’azienda taiwanese. Portando le società americane a trovare soluzioni alternative. Tra cui il rafforzamento di partnership con produttori locali o l’investimento in proprie infrastrutture produttive.
Per far fronte a tale minaccia, TSMC ha già avviato un piano di espansione negli Stati Uniti. Ciò con investimenti miliardari per la costruzione di nuovi impianti in Arizona. Il processo non è privo di ostacoli. La produzione di chip avanzati
richiede competenze altamente specializzate e una catena di approvvigionamento solida. Elementi che al momento risultano più consolidati a Taiwan. Un compromesso in discussione riguarda la possibilità di mantenere la produzione dei wafer a Taiwan. Mentre le fasi finali di packaging e assemblaggio verrebbero realizzate in America. Tale soluzione permetterebbe di etichettare i chip come “Made in USA“, aggirando in parte i dazi e garantendo agli Stati Uniti una maggiore sicurezza sulle forniture strategiche. Inoltre, rafforzerebbe la cooperazione tra i due Paesi, senza però privare Taiwan del suo vantaggio tecnologico.TSMC dovrà bilanciare con attenzione le sue mosse, cercando di tutelare la propria leadership tecnologica senza perdere il sostegno del mercato americano. Le prossime decisioni prese dal governo degli Stati Uniti saranno determinanti nel definire il futuro dell’industria dei semiconduttori. Ciò insieme al ruolo di Taiwan in tale complessa partita globale.