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Giocare a Super Mario 64 aiuta a combattere la demenza senile

Se le nostre mamme dovessero leggere questa notizia resterebbero sconvolte. Avete presente quando dicevano che giocare ai videogiochi avrebbe bruciato il nostro cervello? Sembra non sia così, almeno per Super Mario. Gli idraulici iconici dal baffetto inconfondibile, Mario e Luigi, interpretano ora un ruolo nuovo, seppur inatteso, di ambasciatori nella battaglia contro la demenza senile.

Lo studio, realizzato da un team di ricercatori a Montreal, che è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista PLOS One, mostra con sorpresa quali siano i benefici provenienti dal solo giocare a videogiochi come Super Mario 64. Questi non riguardano i giovani come si potrebbe pensare, ma il cervello e la capacità cognitiva degli adulti tra i 55 e i 75 anni. Il gioco, disponibile per la Nintendo 64, è stato oggetto di alcuni test, dove alcune persone hanno eseguito sessioni intensive di gioco per un periodo di sei mesi. Durante questo tempo, i ricercatori hanno monitorato attentamente l’attività cerebrale dei partecipanti, concentrandosi su aree specifiche come l’ippocampo, il cervelletto e la corteccia prefrontale dorsolaterale.

Super Mario: il gioco eroe che combatte contro i crimini delle malattie degenerative cerebrali

Come ha fatto il videogioco a mostrare delle migliorie nel cervello? Dopo sei mesi, la stragrande maggioranza dei giocatori aveva dimostrato progressi tangibili nella memoria a breve termine e un aumento della sostanza grigia in regioni chiave del cervello, come l’ippocampo e il cervelletto, come gli stessi ricercatori hanno sottolineato. Quali sono state le cause? Non si sa ancora, devono essere condotte ulteriori sperimentazioni

per capirlo. Forse, i soggetti, interagendo con un mondo diverso dal reale ed entrando in universo virtuale come quello di Super Mario 64, attivano la propria attività neuronale, “accendendo” le aree associate alla memoria o all’orientamento. È possibile che l’interazione con un mondo virtuale tridimensionale come quello di Super Mario 64 abbia attivato l’attività neuronale, specialmente nelle aree del cervello associate alla memoria e all’orientamento.

Cosa ci indicano dunque i risultati? Che giocare a Super Mario e ad altri videogiochi potrebbe dare la possibilità ai soggetti appartenenti alla fascia d’età indicata, di potenziare le facoltà sia cognitive che mnemoniche. Ciò potrebbe ad un rallentamento della perdita neuronale, proprio come accade nei casi di demenza senile. È una notizia incoraggiante, soprattutto se paragonata al passato. Questo studio si confronta con epoche antiche e recenti, mostrando come pochi passatempi nel passato potessero vantare benefici così concreti per la salute cerebrale. Mentre la tecnologia continua a evolversi oltre i videogiochi, è affascinante comprendere come queste forme di intrattenimento possano influenzare in modo positivo la salute mentale e il benessere generale. Mario e Luigi, eroi dei videogiochi, sembrano aver acquisito una nuova posizione: guardiani della salute cerebrale.

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Pubblicato da
Rossella Vitale