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Crollo del ponte a Baltimora: la verità dietro il terribile incidente

L’incidente che ha sconvolto il globo intero e che ha coinvolto il Francis Scott Key Bridge a Baltimora ha scaturito inevitabilmente un dibattito sulla sicurezza delle infrastrutture e la loro capacità di resistere ad eventi imprevisti. Il ponte, un tempo simbolo di stabilità e sicurezza, è stato distrutto dalla nave MV Dali che con il suo impatto è stata capace di sgretolarlo in pochi attimi.

Il ponte Francis Scott Key Bridge era un esempio emblematico di quella che in architettura è una struttura a traliccio continuo. Era stato progettato con sistemi di protezione concepiti per assorbire gli impatti tra cui i “delfini” in cemento armato e le paratie. Quale è stato dunque il problema? Le dimensioni ed il peso della MV Dali hanno superato la capacità di assorbimento dell’impatto considerando quando progettarono il ponte 50 anni fa circa.

Le norme sulla realizzazione del ponte

Una nave con quella grandezza non avrebbe sarebbe dovuta passare sotto il ponte. I guidatori non dovevano raggiugere quella velocità considerando la mole pari a 100.000 tonnellate

. Allora come potrebbe una struttura del genere essere in grado di resistere a impatti del genere? Il ponte, costruito negli anni 70, non era una costruzione architettonica moderna e di conseguenza non era adeguato ai cambiamenti apportati alle leggi ingegneristiche.

Se avesse rispettato le normative internazionali attuali e le guide specifiche, forse il ponte avrebbe potuto resistere all’impatto. Quel che resta ora è soltanto un ammasso di rottami e il ricordo di vite spezzate. Le regole architettoniche rigorose di oggi, come la costruzione preventiva di isole artificiali, permettono una protezione in più dei piloni proprio nel caso questi vengano colpiti. Quest’incidente è il simbolo di come le infrastrutture debbano essere migliorate, controllate e rinnovate costantemente per far si che tragedie del genere non accadano ancora. Preservare una struttura antica per tanto tempo non vuol dire rispettare il passato, ma mettere in pericolo il presente, evitando danni collaterali.

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Pubblicato da
Rossella Vitale