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ChatGPT, prevista già nei testi del passato

Ormai le intelligenze artificiali sono il pane quotidiano del nostro mondo. Si sta provando ad inserirle in qualsiasi cosa che contenga o dia la minima traccia di tecnologia. La sua invenzione ricade a qualche anno fa, partendo con il leader ChatGPT che ancora ora è tra le più usate al mondo.

Ma la vera domanda che sta ricadendo ultimamente è la possibile previsione di questo nuovo mondo, tempo fa.

 

ChatGPT, un salto nel passato?

Oggi come già annunciato prima risalgono a galla molte parole scritte in un articolo del New Yorker che ha acceso un punto interrogativo sul web. Si parla infatti di un famoso autore di fantascienza, ovvero Stanislaw Lem. Il quale in una sua raccolta di racconti chiamata “Cyberiade” del 1965 si parlava di promesse e di pericoli di tecnologie, che oggi a noi risultano quotidiane.

Purtroppo Lem non ha potuto partecipare dal vivo alla creazione di Chat GPT, ma di solito era sua passione immaginare tecnologie del futuro

. In questa sua fantastica fantasia era presente una sorta di intelligenza artificiale.

Nel racconto più importante con al centro questo soggetto, intitolato anche “Trurl’s Electronic Bard”, si parla di un ingegnere Trurl che costruisce una macchina con capacità di scrivere poesie. La macchina ha una capacità cosi elevata che può scrivere nello stile di qualsiasi poeta. Molto similare alle capacità che oggi possiede anche Chat GPT.

La vera domanda si pone nel come questa macchina possa scrivere poesie, visto che oggi le intelligenze artificiali svolgono un addestramento. Da quanto sembra nel racconto accadono delle allucinazioni. Quando accadono dei problemi nel contenuto che viene generato o la macchina diventa triste per scrivere, l’ingegnere la aggiusta, sistemando circuiti logici e componenti emotive.

Non è solo un racconto che parla delle intelligenze artificiali come Chat GPT, ma ci sono molti altri racconti dove si parla di queste macchine speciali.

 

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Pubblicato da
Gabriele Palmieri