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Il rischio nascosto nell’acqua di casa: microrganismi e patogeni

I consigli dei professionisti medici su come proteggere te stesso e la tua famiglia dall’uso non sicuro dell’acqua di rubinetto

Le ultime ore hanno visto l’opinione pubblica statunitense agitarsi di fronte alla diffusione di notizie allarmanti che hanno raggiunto anche l’Italia. I medici hanno avvertito i cittadini di evitare i risciacqui nasali con l’acqua di rubinetto comune, poiché potrebbe essere contaminata.

 

La verità dietro il mito dell’acqua di rubinetto ‘sicura’

Contrariamente a quanto molte persone credono, l’acqua che fluisce nelle nostre case non è sterile e, sebbene sia potabile, contiene una certa quantità di microrganismi. Sebbene nella maggior parte dei casi questi siano innocui, è possibile che siano presenti batteri, virus e altri agenti patogeni che possono causare danni alla salute.

Questo problema non riguarda solo l’acqua del rubinetto, ma è comune a molti altri strumenti che utilizziamo per trasportare o conservare liquidi.

L’allarme è stato sollevato quando diverse persone negli Stati Uniti sono state ricoverate in ospedale a causa di infezioni da amebe

“mangia cervello”, in particolare specie come Naegleria fowleri e Acanthamoeba, che possono causare danni gravi al sistema nervoso o essere fatali. Le infezioni da Acanthamoeba hanno una mortalità dell’82%.

Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova, ha chiarito il pericolo di utilizzare l’acqua di rubinetto per i risciacqui nasali e ha consigliato di sterilizzarla prima dell’uso, ad esempio con un bollitore.

 

Educazione alla sicurezza idrica

Il CDC americano ha finora documentato 10 casi di infezione da Acanthamoeba, di cui 7 uomini e 3 donne. Tutti i pazienti erano immunodepressi a causa di malattie come il cancro e l’AIDS, ma ciò non dovrebbe indurre in errore le persone in buona salute. Questi patogeni possono colpire individui di tutte le età e condizioni, ma coloro con un sistema immunitario compromesso sono ovviamente più a rischio.

Fortunatamente, 7 dei 10 pazienti segnalati dal CDC sono sopravvissuti all’infezione, e potrebbero esserci sviluppi futuri nelle cure grazie alla ricerca in corso.

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Pubblicato da
Margherita Zichella