Il paradosso di Moravec: robot troppo stupidi e troppo intelligenti L’avanzamento tecnologico nell’ambito della robotica, come evidenziato dai prodotti dell’azienda statunitense Boston Dynamics, suscita da tempo un notevole interesse sui social media. La loro abilità nel compiere azioni che richiedono coordinazione e precisione sono stupefacenti. Mentre possono facilmente superare gli esseri umani in compiti come il gioco degli scacchi, sono ancora molto limitati nell’eseguire azioni manuali e percettive che gli esseri umani compiono con naturalezza fin dalla prima infanzia. Si tratta del cosiddetto “paradosso di Moravec“, coniato dall’informatico Hans Moravec negli anni Ottanta.

Il paradosso sottolinea proprio questa discrepanza tra la facilità apparente dei compiti umani comuni e la loro complessità ingegneristica. Moravec spiega che molte abilità umane, anche se intuitive, sono estremamente difficili da replicare nei robot, mentre compiti apparentemente semplici, come la risoluzione di problemi aritmetici, sono più facili da automatizzare.

Il noto paradosso di Moravec sui robot

Moravec distingue tra la difficoltà intrinseca di un compito e la destrezza necessaria per eseguirlo. L’aritmetica, ad esempio, è considerata relativamente semplice dal punto di vista ingegneristico. Mentre il camminare o la comunicazione faccia a faccia richiedono una vasta elaborazione di informazioni e una notevole autonomia.

Il paradosso di Moravec riflette una mancanza di consapevolezza riguardo alla complessità delle azioni umane innate, che spesso sono basate su abilità geneticamente codificate. Mentre l’intelligenza razionale è un tratto relativamente recente nell’evoluzione umana, è sostenuta da una vasta conoscenza sensomotoria più antica e potente, per lo più inconscia.

Il gioco degli scacchi, con la sua struttura regolamentata e limitata, è spesso citato come esempio di intelligenza artificiale, poiché richiede meno risorse computazionali rispetto ad azioni fisiche più complesse. Questo concetto però non tiene conto delle abilità quotidiane che gli esseri umani eseguono senza sforzo apparente.

Un incidente durante un torneo di scacchi a Mosca nel 2022 evidenziò questa discrepanza quando un robot afferrò per errore il dito di un bambino anziché un pezzo degli scacchi. Questo evento sottolinea la difficoltà dei robot nel comprendere e adattarsi a situazioni non previste.

A tal proposito, gli informatici hanno notato che mentre i progressi nell’AI hanno reso i computer capaci di compiti complessi ci sono però sfide complesse che emergono quando si tratta di interazioni nel mondo fisico.

La ricerca nel campo della robotica si concentra ora sul superamento di queste sfide. Anche se i robot possono facilmente sollevare oggetti pesanti, hanno difficoltà a manipolarli con la stessa delicatezza e comprensione del mondo fisico di un essere umano. La comprensione di queste sfide è fondamentale per lo sviluppo futuro della robotica e dell’intelligenza artificiale.

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