News

Alcuni scienziati stanno ideando i primi bambini dello spazio

La nascita di un bambino nello spazio rappresenta una frontiera ambiziosa e rivoluzionaria che l’innovativa startup Spaceborn United si propone di esplorare e conquistare. Guidata dall’instancabile imprenditore olandese Egbert Edelbroek, questa azienda si è dedicata con dedizione e determinazione a rendere possibile ciò che un tempo era considerato impensabile: la concezione e la nascita naturale di un bambino su Marte.

Il fulcro di questa avventura scientifica è un dispositivo all’avanguardia che ricorda un mini laboratorio di fecondazione in vitro, concepito per superare le sfide uniche della riproduzione in ambienti extraterrestri. La sua funzione cruciale è quella di fertilizzare l’ovulo e guidare la crescita dell’embrione risultante. Per replicare l’ambiente gravitazionale terrestre, il dispositivo adotta un approccio innovativo attraverso una rotazione costante.

Bambini nello spazio: come procede?

Attualmente, il team di Spaceborn United sta sperimentando con gameti di topo, pavimentando la strada per un futuro che prevede la riproduzione umana nello spazio. Tuttavia, questa audace iniziativa non è priva di sfide significative e questioni etiche. Un esperimento recente ha evidenziato che, sebbene sia tecnicamente fattibile far crescere embrioni nello spazio, le condizioni non sono ottimali.

La percentuale di embrioni

di topo che hanno raggiunto lo stadio di blastocisti nello spazio è notevolmente inferiore rispetto a quelli sviluppati in un ambiente di gravità artificiale o sulla Terra. Questi risultati sollevano dubbi profondi sulla fattibilità e sull’eticità di concepire e far crescere un bambino in uno spazio così ostile, caratterizzato da radiazioni cosmiche, l’assenza di un’atmosfera protettiva e una gravità ridotta che potrebbero avere impatti nocivi sul corpo umano.

Nonostante la visione audace di Spaceborn United, alcuni critici suggeriscono che, di fronte a tali ostacoli, l’umanità potrebbe essere destinata a restare ancorata saldamente al suolo della Terra, contemplando le stelle dalla sicurezza del nostro pianeta. Questa prospettiva solleva domande fondamentali sulle limitazioni intrinseche della vita umana nello spazio e sulla necessità di bilanciare l’ambizione scientifica con la responsabilità etica di proteggere la vita nascente da possibili rischi e pericoli inesplorati. In ultima analisi, la sfida di concepire la vita nello spazio si presenta come un intricato equilibrio tra l’ardente desiderio di esplorare nuovi orizzonti e la consapevolezza dei confini posti dalla fragilità della vita umana in ambienti estranei alla sua evoluzione naturale.

Condividi
Pubblicato da
Margareth Galletta