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L’Europa vuole porre fine al problema dei moderatori delle Big Tech

Molte delle piattaforme online in Europa non hanno un moderatore e non sono in grado di coprire tutte le lingue che vengono parlate all’interno dell’unione. X ha all’interno del suo team soltanto due persone per controllare i contenuti postati dagli italiani, quando gli utenti ne sono 9,1 milioni. La cosa sorprendente è che noi non siamo quel messaggio. In Romania, in Finlandia e in Grecia, pur avendo più di due milioni di iscritti in ogni paese, non c’è nessun moderatore.

Aliexpress, store online facente parte del colosso cinese Alibaba, ha spiegato che la moderazione avviene in inglese e che per le altre lingue la squadra si aiuta con la traduzione automatica. Anche Linkedin non abbastanza persone, per tutta l’unione europea ne ha soltanto 12. Così altre aziende come Meta o Pinterest.

La strategia della Commissione Europea per i moderatori

Dalle analisi effettuate sulla trasparenza di 19 grandi piattaforme, sono immersi diversi buchi nella rete della moderazione, evidenziati dalla Commissione Europea.  Esse, come detto, non hanno abbastanza moderatori in Europa e ciò risulta essere un grosso problema. Il Digital Services Act creato dalla commissione impone alle società di comunicare quali sono le squadre dedicate al controllo dei contenuti. Così si è venuta a scoprire che molte di esse non includono persone che parlano le lingue europee. Il rischio di manipolazione molto alto e potrebbe peggiorare con l’avvento delle elezioni del 2024. Sta alla Commissione ora capire cosa fare

per cambiare la situazione. Il primo step sarà quello di studiare attentamente i dati raccolti e armonizzarli.

Google ha invece ha inizialmente dichiarato di possedere un numero alto di moderatori per ogni suo settore. Per Google Maps ci sono 2809 persone, per Play 7319 e su Youtube ve ne sono addirittura 16.979. Dal report però si legge che l’azienda ha tenuto conto del volume di persone che hanno controllato anche solo una volta il contenuto dei servizi durante il primo semestre del 2023. In questo modo è quasi sicuro che il conteggio sia errato e che vi siano molti meno dipendenti. Google infatti poi ha messo l’errore di calcolo, giustificando la sua dichiarazione dicendo che nei dati non sono rappresentati i moderatori assunti per la revisione di ogni lingua dell’Unione.

Un altro aspetto che dovrebbe essere approfondito è quello di comprende se l’assenza di alcune delle lingue è legata ai pochi utenti presenti sulle piattaforme e all’attività bassa in un determinato paese. Questo lavoro sarà condotto dalla Commissione e dalle autorità locali. Dopo questi passaggi si dovrà poi effettuare una verifica dei rischi di ogni piattaforma, in modo tale che si riesca a comprendere quale debba essere il numero esatto di moderatori.

 

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Pubblicato da
Rossella Vitale