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Uno dei grandi obiettivi moderni è quello di trovare una soluzione in grado di produrre energia pulita e rinnovabile al fine di combattere il cambiamento climatico, riducendo l’utilizzo del petrolio e permettendo una maggiore indipendenza dei Paesi. In questo caso la fusione nucleare potrebbe essere la chiave per il successo, ma ci sono ancora troppe incognite da risolvere.

È quasi passato un secolo da quando gli scienziati hanno provato già a sviluppare questa tecnologia perfettamente. Essa permetterebbe la realizzazione quasi utopica di un mondo in cui l’energia sarà così abbondante da non destare alcun problema e soprattutto pulita. Purtroppo, però ci sono molti ostacoli da tener in considerazione.

La storia infinita per l’energia a fusione nucleare

La fusione nucleare è vista come il Santo Graal che permetterà al mondo di ottenere un’energia pulita. Molti esperimenti sono stati condotti nel corso degli anni ed alcuni hanno segnato passi significativi. Uno dei più recenti è quello del National Ignition Facility. Quest’ultimo avvicina la realtà a quello che sembrava soltanto un sogno. Gli impianti a fusione potrebbero riuscire a produrre circa quattro milioni di volte in più di energia rispetto ai sistemi a combustione che coinvolgono il petrolio e il carbone. La cosa migliore è che non ci sarebbe alcuna emissione di carbonio.

C’è però un lato negativo da tener conto. Le sfide da superare per arrivare al processo di produzione di energia sono ancora molte. Una di queste è la creazione del plasma. Il plasma è formato da un mix di due isotopi appartenenti all’idrogeno: il deuterio e il tizio. Il primo è molto abbondante e non è raro trovarlo, il secondo invece è tutt’altra storia. È infatti disponibile in quantità limitate ed è per questo molto costoso. Un solo grammo può arrivare a 30.000$. Una spesa molto significativa per qualsiasi tipologia di progetto.

Un’altra incognita è quella di realizzare un dispositivo che sia grado di contenere il plasma. Per rendere la cosa possibile questo dovrebbe raggiungere una temperatura ancora più alta del Sole, cioè al di sopra dei 150 milioni di gradi. Ovviamente, ad ora, non esiste materiale che ne sia capace.

Il processo di fusione è poi molto delicato. Ogni tipo di disturbo potrebbe farlo raffreddare o addirittura interrompere. Ciò rende impossibile la ripetizione degli episodi accaduti a Chernobyl, cosa molto positiva. Al contempo però significa che riuscire a mantenere in maniera stabile la reazione e molto difficile.

Per quanto riguarda invece i rifiuti, il trizio è famoso per la sua invasione del terreno circostante. Nonostante tutta la spiegazione sui lati negativi, c’è ancora buona parte di scienziati che è estremamente ottimista. Esistono così tanti investimenti che potrebbero finanziare a tal punto gli esperimenti da permettere il trovare una soluzione in cui la fusione nucleare sarà lo strumento principale per la produzione di energia.

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