Noi tutti abbiamo sentito recentemente parlare della tragedia che ha coinvolto il sottomarino Titan di Ocean Gate e i cinque passeggeri a bordo che hanno perso la vita prematuramente a causa di quella che sembra essere stata un’implosione che ha letteralmente accartocciato in un millisecondo il sottomarino.

In molti però si stanno chiedendo come possa essere successo e quali sono i meccanismi dietro a questo fenomeno insieme, soprattutto, alla domanda in merito a cosa abbiano sentito i passeggeri a bordo durante l’implosione, in questo articolo vi daremo le risposte che state cercando.

 

Fisica e ingegneria spiegano l’accaduto

In sostanza durante l’implosione abbiamo che materia ed energia collassano verso l’interno, fenomeno che dunque alla vista assomiglia ad un accartocciamento istantaneo del corpo in questione, l’equilibrio si gioca a livello di una differenza di pressione, a 3500 metri abbiamo una pressione di 350 atmosfere che preme verso l’interno le pareti dello scafo, contrastata da due elementi, la pressione interna che invece preme verso l’esterno aiutata dalla resistenza dei materiali che contrastano, grazie alla loro composizione e alla loro forma, la pressione esterna, finché tutto ciò ha funzionato lo scafo ha mantenuto la propria forma senza danni.

A questo equilibrio pressorio, va aggiunto anche un gioco idrodinamico, le correnti infatti, spingendo l’acqua a sbattere contro le pareti, possono aver aumentato la pressione sul sottomarino in punti diversi, sottoponendolo ad un ulteriore stress.

Ad un certo punto, quando la forza inizia a premere in modo costante sul materiale, si raggiunge un punto chiamato punto critico euleriano dove comincia il fenomeno dell’imbozzamento, il quale porta ad un cedimento costante che fa aumentare la forza sul punto che inizia a deformarsi, portando poi all’implosione come estrema conseguenza di questo fenomeno.

Da ciò si capisce che, per provocare l’implosione, deve esserci stata una perturbazione di questo gioco di pressioni idrostatiche che ha provocato il raggiungimento del punto critico, le possibilità sono stante:

  • Perdita di pressione interna: Una diminuzione della pressione interna può aver portato al collasso delle pareti, diminuzione legata a cambi di temperatura o malfunzionamenti.
  • Aumento della pressione esterna: Una corrente ad esempio può aver transitoriamente fatto aumentare la pressione sullo scafo oltre il limite sopportato e dunque al punto critico per la formazione del fenomeno instabile dell’abbozzamento da cui poi l’implosione.
  • Raggiungimento della vita a fatica: La fatica nel mondo dei materiali è quel ciclo tra sollecitazioni e riposo, nel caso del Titan dunque, il ciclo tra immersioni ed emersioni, che hanno “stancato” il materiale portandolo a perdere la propria resistenza, questo fenomeno applicato a qualche giunzione del sottomarino può aver portato alla rottura di quest’ultima con conseguente collasso.

 

Cosa hanno sentito i passeggeri

Quando lo scafo di un sottomarino collassa per un’implosione, le pareti si muovono verso l’interno a circa 2400Km/h, più del doppio della velocità del suono, portando dunque all’implosione in circa 1 millisecondo, il corpo umano invece, risponde ad uno stimolo in circa 25 millisecondi e, tra il momento in cui si riceve uno stimolo al momento in cui si vuole agire, passano all’incirca 150 millisecondi, ciò tradotto in parole semplici, significa che i passeggeri non hanno avuto nemmeno modo di accorgersi di cosa stava succedendo.

Come se non bastasse, la compressione dell’aria e l’attrito delle molecole, dovrebbe aver portato l’atmosfera interna del sottomarino ad una temperatura vicina a quella del Sole, trasformando in cenere istantaneamente i passeggeri.

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