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Smartphone nelle carceri, i modi più assurdi per superare i controlli

L’introduzione degli smartphone nelle carceri è un fenomeno diffuso e problematico. Nonostante sia un’azione illegale che può comportare severe sanzioni per i detenuti, i metodi utilizzati per far entrare questi dispositivi sono spesso ingegnosi e sorprendenti.

Smartphone nelle carceri: i luoghi più bizzarri in cui sono stati nascosti

Recentemente, nel carcere di Avellino, in Italia, sono stati scoperti tre microcellulari e due coltelli artigianali. Gli oggetti erano stati introdotti furtivamente all’interno dell’istituto penitenziario. Due coltelli e due smartphone sono stati trovati in spazi comuni appartenenti alla sezione dei “Protetti Promiscui“. Un altro smartphone, invece, è stato scoperto nascosto nelle parti intime di un detenuto.

Questi ritrovamenti hanno portato a una reazione immediata da parte dei sindacati, con Emilio Fatterello, consigliere nazionale Osapp, che ha redatto un esposto da inviare alla Procura della Repubblica e ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria, chiedendo chiarimenti sulla questione. Insomma, le modalità creative e inaspettate con cui gli oggetti vengono introdotti nelle carceri, sono infinite. Pur di riuscire nell’impresa, i detenuti sono in grado di nascondere addirittura oggetti nelle suole delle scarpe

. Questa problematica richiede un’attenzione costante e l’implementazione di strategie efficaci per prevenirne l’introduzione.

L’uso di telefoni cellulari nelle carceri è un problema serio, poiché questi dispositivi possono essere utilizzati per organizzare attività criminali sia all’interno che all’esterno delle strutture. Inoltre, la presenza di coltelli artigianali aumenta il rischio di violenza tra i detenuti, mettendo a rischio la sicurezza di tutti.

Ad ogni modo la presenza di telefoni cellulari nelle celle è un sintomo di problemi più ampi all’interno del sistema carcerario. Per affrontare efficacemente questo problema, è necessario guardare oltre i sintomi e affrontare le cause di fondo, come il sovraffollamento, le condizioni di vita inadeguate e la mancanza di opportunità di rieducazione e riabilitazione per i detenuti.

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Pubblicato da
Melany Alteri