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Salario di Cittadinanza e nuovi programmi ed aiuti previsti dal Governo nel 2023

L’Italia prevede di introdurre una normativa che faciliterà alle imprese l’assunzione di lavoratori con contratti a breve termine, nell’ambito di una serie di misure volte a rafforzare l’occupazione e il potere d’acquisto delle famiglie, compresi gli sgravi fiscali per i lavoratori a reddito medio e basso.

Funzionari governativi hanno affermato che quest’anno circa 3,4 miliardi di euro andranno a ridurre il cosiddetto cuneo fiscale, la differenza tra lo stipendio pagato da un datore di lavoro e quello che un lavoratore si porta a casa, con il beneficio che andrà ai dipendenti con un reddito annuo di fino a 35.000 euro.

Il Tesoro finanzierà il regime aumentando marginalmente il deficit di bilancio del 2023 al 4,5% del prodotto interno lordo (PIL) dal 4,4% delle tendenze attuali.

Roma intende anche ammorbidire le regole che limitano i contratti di lavoro tra 12 e 24 mesi e abolire dal 1 gennaio 2024 un regime di riduzione della povertàsalario di cittadinanza” introdotto nel 2019, secondo una bozza vista da Reuters.

Il governo afferma nella bozza che una maggiore flessibilità consente alle imprese di adattarsi alle incertezze del mercato, mentre i critici affermano che la proliferazione di contratti a breve termine aumenta la precarietà del lavoro e rende le persone ansiose per il futuro.

Un grave problema

La Meloni sta progettando nuovi programmi di welfare che avranno un costo per i contribuenti di 7,7 miliardi di euro nel 2024, circa il 12% in meno rispetto agli 8,8 miliardi previsti per il salario di cittadinanza.

I poveri di età compresa tra i 18 ei 59 anni potranno richiedere 350 euro al mese per non più di 12 mesi.

Il regime del salario di cittadinanza prevede una media di circa 550 euro per famiglia e non ha scadenza a condizione che i beneficiari non rifiutino le offerte di lavoro.

I dati dell’OCSE mostrano che il 26% degli italiani di età compresa tra 15 e 29 anni nel 2021 rientrava in una categoria nota come NEET, ovvero Not in Education, Employment or Training, di gran lunga superiore alla media dell’Unione europea.

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Pubblicato da
Simone Paciocco